Orlando Ferito incanta Palermo, cresce l’attesa per il Sicilia Queer 2014
Il cinema pubblico “Vittorio De Seta” ai Cantieri Culturali alla Zisa ha vissuto lunedì 9 dicembre una delle serate più riuscite della sua giovane storia: davanti a una sala gremita di pubblico pagante, il Sicilia Queer film fest e l’Institutut Francais di Palermo hanno offerto una prestigiosa anteprima cinematografica regionale: Orlando Ferito del regista francese Vincent Dieutre, reduce da pareri convincenti al Festival Internazionale del Film di Roma edizione 2013, nella sezione CineMAXXI.
Orlando Ferito si è rivelato un film veramente ricco e complesso, che gli spettatori hanno visto in lingua francese con sottotitoli in italiano. Presentandosi come un moderno entrelacement di linguaggi e temi, il cinema di Dieutre, sospeso tra documentario e finzione, diario intimo e saggio, visivo e sonoro scollegati, ha fatto della Sicilia e di Lampedusa una metafora della società occidentale. Territori dove la crisi economica (berlusconismo), sociale (gay e immigrati) e morale (mafia), ma anche la conseguente voglia di riscatto, sembrano più forti che altrove.
Dieutre si è autorappresentato – con la consueta dose di elusività – come un turista in crisi, alla maniera di Bertolucci (Il Tè nel Deserto), interrogandosi sulle letture corsare di Pasolini e del filosofo Georges Didi-Huberman man mano che il suo viaggio proseguiva, seppur con qualche didascalia di troppo.
Partendo proprio dalla concezione hubermaniana di “campo di battaglia dell’immagine”, il pubblico si è ritrovato davanti a un vocabolario visivo potente e originale, lontano dalle patinature di maniera. Dieutre ha esorcizzato le immagini da cartolina scavando nelle viscere dei mercatini storici e dei suoi personaggi, o contemplando l’aspetto del paesaggio e delle cose alla luce dell’alba, in uno straniante stato rem. Ha reso il Teatro dei Pupi cinema puro, schiudendo un patrimonio artistico e culturale che dai canti di Ariosto, ai cunti di Cuticchio e alla messa in scena al servizio della settima arte, non cessa di esercitare un fascino popolare, epico e sperimentale a un tempo.
Ha sfuocato le immagini delle tv commerciali, contrapponendogli la bellezza di giardini segreti, terrazze coronate da monti lontani e mari celesti, raccontando spesso con una voice over magnetica di accompagnamento a inquadrature più costruite e curate – magari un interno, una camera da letto – con esiti poetici, toccanti.
La voglia di riscatto di questo racconto dolente e dilatato, avvelenato dalla fotografia acida di Arnold Pasquier, è entrato nelle scene finali non solo come contenuto narrativo, ma anche come riflessione meta-teatrale e partecipazione socio-culturale, perché durante le riprese, organizzate nel 2012 al Teatro Garibaldi Occupato, si coinvolse il pubblico dei giovani nella “Notte delle Lucciole”, un flash-mob culturale organizzato a partire dallo scritto di Pier Paolo Pasolini.
Bellezza e dolore legati indissolubilmente, natura e caos urbano, desiderio di autonomia e asservimento a poteri invisibili, per il film più barocco di Vincent Dieutre, che lancia alla grande il countdown verso il Sicilia Queer 2014 (Palermo, 5-11 giugno), il festival a tematica GLBT che continua ad essere coerente con la filosofia di regalare alla città il grande cinema da festival internazionale e nuove visioni.
Andrea Anastasi