Palermo, cinema in crisi: chiusura da Tiffany
Continua la crisi dei cinema tradizionali a Palermo, con gli esercenti che lamentano un calo degli incassi 2011 intorno al 30%. L’ultimo cinema costretto a chiudere è il Tiffany di via Leopardi, una delle sale più grandi e prestigiose della città, mentre negli stessi giorni il cineteatro Dante di piazza Lolli ha annunciato che in futuro si potrà assistere solamente a spettacoli teatrali.
La girandola di fallimenti dei cinema tradizionali è iniziata circa due anni fa, quando l’Adams di piazza Turba e il Ciak di via Calvi hanno chiuso i battenti. Stessa sorte è poi toccata al Finocchiaro di via Roma, al Royal di via Manfredini, al Lubitsch di via Guido Rossa e all’Astoria di via Magliocco.
Tra le motivazioni che si possono addurre, il mancato aggiornamento di alcune sale con la tecnologia 3D e la concorrenza di nuovi multisala in città, come l’Uci Cinema del centro commerciale Forum e il Metropolitan di viale Strasburgo.
Chi è riuscito a creare circuiti e multisala improvvisati si è invece riuscito a salvare, come l’Arlecchino di via Federico che ha rilevato l’adiacente Rivoli, il Marconi di via Cuba che ha aperto un’altra sala e l’Aurora di via Tommaso Natale che vanta tre sale, un’arena e una forte integrazione con l’Igiea Lido di via Rizzo. Questi ultimi due cinema, inoltre, propongono da anni cinerassegne a prezzi particolarmente invitanti, per contrastare la tendenza dei cineclub d’essai che l’associazionismo cittadino è stato in grado di intercettare.
Le cause più profonde della crisi dei cinema, tuttavia sembrano essere due. La prima è connessa a un cambiamento dello stile di consumo di tanti che, associando Sky o il digitale terrestre alle nuove tv hd e 3D hanno praticamente un mini-cinema in casa. Il secondo è legato alla crisi economica che intacca sempre più il reddito disponibile delle famiglie, che rinunciano ad andare al cinema per pagare qualche bolletta.
Andrea Anastasi