Papa Giovanni e Sant’Egidio: attiviamo un corridoio umanitario
Giovanni Ramonda, Responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII «Vorremmo salvare tutti… ma tra tutto e il niente c’è il possibile. Ci sono dei volti e delle storie. Ci sono dei diritti fondamentali che vanno garantiti, centinaia e centinaia di persone che possono tornare alla vita».
L’annuncio a Rimini di Ramonda e Riccardi durante il convegno “il coraggio di essere umani”: «un’iniziativa storica, la prima volta in Italia e in Europa»
Due canali umanitari dal Libano all’Italia e dal Marocco all’Italia saranno avviati nei prossimi mesi.
E ha aggiunto: «I profughi devono arrivare in Italia con un volo regolare, non è più pensabile che rischino la loro vita per mare, il nostro è un progetto di vita e di libertà. Il corridoio umanitario sarà possibile grazie alla collaborazione fra Comunità di Sant’Egidio, Comunità Papa Giovanni XXIII e grazie al grosso contributo economico della Chiesa Valdese. I profughi verranno accolti dalle nostre realtà e nelle parrocchie».
Andrea Riccardi, fondatore di Comunità di Sant’Egidio: «Abbiamo lavorato insieme alla Comunità Papa Giovanni XXIII. Creeremo due canali umanitari, negoziando duramente con il governo italiano. Faremo in modo che l’Italia possa concedere dei visti umanitari in caso di situazioni drammatiche accertate. Perché queste persone devono sopportare l’esame della morte dei Balcani e del Mediterraneo?
Arriveranno dal Marocco e dal Libano: si parla di 1000-2000 visti, ma puntiamo al fatto che diventi un modello. Stiamo creando delle liste di persone che potranno essere accolte, allestendo dei desk in Libano e in Marocco. E questo in Europa non l’ha fatto ancora nessuno».