Raccontonweb: “Pensieri volubili” di Gigi Giussani
Pensieri volubili
Avrebbe voluto cambiare tutto della sua vita.
Desiderava liberarsi da zavorre piene di futilità e doveri.
Bollette da pagare. Quel paio di dolorosi denti cariati che la torturavano quotidianamente, come dolorosa era la parcella del dentista, accidenti! Il lavoro al centro commerciale, monotono e stressante e la famiglia, come un pesante carretto, da spingere verso una impossibile tranquillità. Una chimera irraggiungibile.
Covava in sé il senso di appartenenza alla vita selvaggia, animalesca.
Sognava di arredamenti grezzi e minimalisti, per una casa costruita su di un albero secolare, indecisa tra quercia o baobab, in legno di rovere. Con tante finestre, incorniciate da fiori colorati e profumatissimi, che facevano da schermo ad uno spettacolare paesaggio amazzonico. Affascinante. Eterno.
Poco cibo ma essenziale. Frutta di ogni qualità e varietà e pesce fresco, pescato dal suo uomo, villoso e maschio, che non le faceva mancare nulla, carezze, baci e intimità comprese.
Mentre il suo corpo girava col pilota automatico per le vie della città, la mente scriveva romanzi d’appendice. Intarsiava tappeti arabeggianti, intrecciando fra loro parole semplici ormai in disuso e scolpiva su dura roccia quell’unica, convincente parola: VIA.
Volteggiava tra i pensieri liberi, liberamente, utilizzando liane di silenzi solitari , di sensazioni esoteriche e un poco astratte, librandosi nell’aria come aliante alieno, senza un filo di grasso.
Poi si accorse di essersi spezzata, chissà come, l’unghia del dito medio della mano destra.
Un brivido di raccapriccio si fece largo tra gli occhi fuori dalle orbite, calamitati a quel disgustoso spettacolo fuori programma. Sbuffò.
La mano sinistra si tuffò velocemente nella borsa dove avrebbe sicuramente trovato una limetta o una piccola forbice o, nella peggiore delle ipotesi, trenta gocce di Valium.
Detto, fatto. Lavorando con pazienza la parte offesa, riuscì a salvare il salvabile. L’unghia non la ringraziò ma permise il trattamento riparatore, poichè chi tace acconsente ed entrambe furono soddisfatte.
Lei non ricordava più il motivo per il quale si era distratta lungo la strada di casa, e del resto non diede peso alla cosa, in fondo erano solo pensieri.
Alzò al cielo il dito medio dimenticando per un momento la grazia che contraddistingue molte donne e accelerando il passo maledisse quei pensieri volubili.
Come le donne.
Gianluigi Giussani
Di questo autore abbiamo già pubblicato altri racconti
“Come le donne”… e ci hai già etichettate! Sai quanto sono volubili i miei pensieri… Fortuna che mi tengo le unghie corte e cerco di non fare gesti inconsulti…
Come sempre una piacevolissima e simpatica lettura!
Grazie, Gigi!
P.s. però… dove sei finito che non ti vedo commentare!
ciao. 🙂
con chrome funziona… 😉 ciaooooo….
Sono qui, Lucia, sono qui. E’ sempre un piacere incontrarti e godere delle tue argute considerazioni. In questo periodo mi sono lasciato prendere da impegni e pensieri ma ora sono ritornato in groppa al cavallo chiamato vita. Ti abbraccio forte.
Grazie a Marcella per aver proposto un altro mio racconto. Grazie di cuore. Un abbraccio anche a te. Buon proseguimento e serenità a tutti.