PER CHI VUOLE SMETTERE DI FUMARE
In aiuto una recente pubblicazione del dott. Giusepe Fatiga, medico e scrittore.
di Ernesto Bodini (giornalista scientifico)
Da molto tempo e di tanto in tanto la scienza medica, come anche qualche politico, sottopongono all’opinione pubblica il problema del fumo, un vizio voluttuario le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Della sua nocività per la salute umana, sia che si fumi sigaretta, sigaro o pipa, ormai è più che assodato ma ciò nonostante il 91% dei 12 milioni di fumatori italiani non vuole abbandonare questa abitudine, oppure non riesce a lasciarsela alle spalle. Si potrebbe dire che questo “vezzo” stia ossessionando un po’ tutti, lettori compresi, in considerazione anche del fatto che da qualche anno è in voga la cosiddetta sigaretta elettronica, una sorta di “alternativa” per gli irriducibili del fumo tradizionale; ma ciò nonostante la situazione non cambia. Ecco che una ricerca approfondita del dott. Giuseppe Fatiga, ecografista, agopuntore e scrittore scientifico e divulgativo, corre in aiuto a questi “viziosi impenitenti” con la pubblicazione del libro Mai più schiavi della sigaretta – Smettere di fumare con l’aiuto della Scienza (Ed. Pintore, 2023, pagg. 170, euro 16,00); non solo un’indagine ma anche una analisi approfondita non per innescare una guerra contro i fumatori (nonostante la Legge Sirchia di vent’anni fa), ma più semplicemente per informare oltre ai danni derivanti alla salute umana anche all’ambiente; quindi quanto e come è possibile smettere di fumare con l’aiuto della scienza. A livello nazionale l’Italia rimane ai primi posti in Europa per il consumo di sigarette, e si contano 90 mila morti l’anno e, a questo riguardo, la UE nel suo programma per combattere il cancro intende raggiungere entro il 2040 un tasso del 5 per cento di fumatori sul totale della popolazione. Ad oggi siamo ancora al 25 per cento. Dati ulteriormente significativi che ben giustificano l’opera del dott. Fatiga, il cui impegno di clinico e di scrittore è teso a sottolineare che il vizio di fumare sigarette, sigari o pipa, per una serie di ragioni è ipotizzabile che sia da sempre prerogativa dell’uomo, e in seguito anche della donna, nonostante nel tempo si siano dimostrati i notevoli danni per la salute umana e ambientale, tanto che la Scienza oggi lo definisce una malattia piuttosto che un vizio. Affermazioni che suonano palesemente come un invito al lettore a “meglio analizzare” un fenomeno sociale le cui origini, prevalentemente voluttuarie, hanno determinato e determinano (in parte) la personalità del fumatore di ieri e di oggi. Quest’opera può essere intesa anche come un vademecum, inizialmente con l’introduzione al metodo e guida d’uso per poter smettere di fumare facilmente se lo vorrà, con il compendio di ben tredici capitoli che compongono il volume: dalla motivazione alla forza di volontà al perché si fuma, dal districarsi tra cause ed effetti alla sindrome di astinenza, dai fattori incentivanti e disincentivanti ai trattamenti per smettere di fumare, sino alla presa in considerazione dell’agopuntura. Tutto ciò senza trascurare l’eterno quesito se smettere di colpo o gradualmente, e cosa sapere sulla sigaretta elettronica anche se alcuni studi indipendenti hanno rilevato che le sigarette elettroniche e liquidi vaporizzati hanno un grado di tossicità inferiore di almeno il 95 per cento se paragonati con le sigarette tradizionali. In attesa che tali dati siano effettivamente dimostrabili i fumatori “tradizionali”, e non, devono fare i conti con le statistiche relative alla nocività del fumo sia di sigaretta, sigaro o pipa e, mettere in pratica quanto suggerisce saggiamente il dott. Fatiga, potrebbe contribuire non solo a ridurre i casi di malattie correlate al fumo, ma anche ad avere piena coscienza di sé, proprio come già nel dicembre 1986 in occasione della Giornata senza fumo, il prof. Albert Sabin a Torino fu invitato dal sindaco Giorgio Cardetti ad esprimere per iscritto un suo pensiero a riguardo: «… aderisco con entusiasmo alla campagna di sensibilizzazione sui danni del fumo. So che il programma è particolarmente rivolto ai giovani e mi auguro che essi facciano tesoro del messaggio. È motivo di profonda soddisfazione che Torino, di cui sono cittadino onorario, abbia promosso questa iniziativa».