PER NON SOFFRIRE E CONTINUARE A VIVERE

Quando la salute e la vita umana dipendono dal denaro altrui, soprattutto nei casi più particolari, significa che il tragitto dell’umanità è incompleto… proprio perché incompleta è la partecipazione della Sanità pubblica. La lodevole eccezione della Regione Emilia Romagna.

di Ernesto Bodini (giornalista scientifico)

Non mi stancherò mai di richiamare l’attenzione sui cosiddetti “viaggi della speranza”, ossia pazienti che, affetti da una malattia rara (se non rarissima), necessitano di cure costosissime e, guarda caso, dovendo rivolgersi all’estero, soprattutto negli Stati Uniti dove la ricerca è più avanzata. Quindi, una volta realizzato il farmaco disponibili a somministrarlo: basta pagare! È ovvio che ciò è un diritto ma di fronte a certe cifre i produttori del farmaco, così come il Servizio sanitario americano, non guardano in faccia nessuno, vale a dire che se il paziente non possiede l’importo richiesto è destinato a morire… Eventi come questi succedono (per fortuna raramente) anche in Italia. È il caso, come riporta l’Ansa il 13 giugno scorso, di un bambino di sei anni affetto da una rarissima e gravissima malattia che, per essere curato negli Stati Uniti dove è disponibile un preciso farmaco, la Regione Emilia Romagna ha messo a disposizione 5 milioni di euro. Si tratta di un’infusione da eseguire in un ospedale privato nel Massachusetts. Una nota delle Regione emiliana precisa che si tratta di un farmaco accettato dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), ma l’industria lo ha ritirato dal mercato e lo somministra solo privatamente negli USA. Ora, io mi chiedo: se fossero più casi contemporaneamente ad avere questa necessità, come si comporterebbe il SSN, ed eventualmente le singole Regioni? Credo che la risposta sia scontata: i pazienti interessati sarebbero destinati ad una morte precoce, e questo, richiama il concetto etico (in questi casi condizionati dal denaro) di cui devono farsi carico gli amministratori pubblici. Va da sé, come da sempre, che la vita di ognuno di noi (ad eccezione le persone abbienti) in questi casi è appesa a un filo e quindi a  rischio decesso scontato. Per contro, sono molte le persone che possiedono una tranquillità economica più che ragguardevole: protagonisti dello sport, attori, showman, giornalisti-conduttori, regnanti e imprenditori vari, oltre ad una certa categoria di politici. E anche se non manca qualche caso di generosità (sia pur a volte in anonimato), non credo che sia umano per chi soffre e con diritto di continuare a vivere, elemosinare sia pur attraverso l’intraprendenza dei propri famigliari o dei comuni connazionali. Ecco che, in casi come questi, ancora una volta l’Essere umano si identifica per quello che è… Ma l’Umanità, va detto, è suddivisa in due categorie: quella che nuota nell’oro e nell’opulenza, e quella che nuota nella miseria e nell’abbandono. Ergo: per molti (politici compresi) la vita altrui vale meno che nulla!

Purtroppo personalmente non ho soluzioni in merito, ma sapere che nel contempo chi dovrebbe provvedere (non mi riferisco solo a cittadini privati) non si adoperi né in un senso e né in un altro, ne deduco che la società attuale, proprio perché moderna e dalle notevoli potenzialità, non attribuisce più a tutti gli uomini, proprio in quanto tali, valore e dignità: parte del genere umano è tuttavia come materiale grezzo sotto forma umana. Anche se per decenni si è discusso di guerre e di conquiste, ciò che continua ad emergere è una mentalità che non considera la sorte dei suoi componenti, ma pensa ed agisce in funzione del mero materialismo. Già ai suoi tempi il filosofo e medico filantropo Albert Schweitzer (1875-1965 – nella foto) suggeriva che ciascuno di noi deve volgersi a contemplare se stesso, e che tutti insieme dovremmo cooperare nella ricerca di un fondamento saldo per la nostra volontà di attività e di progresso… «fondamento da cercarsi nell’interpretazione della nostra vita, della vita che ci circonda e nel significato che ad essa attribuiamo». Tornando al caso citato in apertura, il senso civico e di responsabilità di una Nazione o di una Regione non deve essere “condizionato” da una posizione politica, ma da quel senso etico di considerazione e di rispetto per la vita, magari al costo della propria. E, l’esempio della Regione emiliana, non sia un caso isolato… se vogliamo considerarci tutti fratelli con pari dignità e diritto di vivere.

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