PER QUANTO SI VOGLIA SPERARE È INUTILE ILLUDERSI…
Il pessimismo di alcuni filosofi del passato, ad esempio, per certi versi ne anticipava la continuità degli eventi negativi rapportata ai tempi d’oggi.
di Ernesto Bodini (giornalista e divulgatore di tematiche sociali)
Non credo di poter essere smentito da alcuno se vado affermando che lo Stato non può contare sulla fedeltà di parte dei suoi dipendenti. In questi ultimi decenni, ad esempio, non sono mancati vari episodi di infedeltà da parte di amministrativi della P.A., di tutori dell’Ordine, di operatori sanitari, e di talune cariche pubbliche di un certo rilievo per non parlare poi di certi politici che sono venuti meno al Giuramento di Fedeltà alla Costituzione della Repubblica. È inconcepibile ricoprire una carica pubblica o indossare una divisa, qualunque essa sia, e non onorarne il valore per poi identificare questi soggetti con l’affermazione (ipocrita e impropria) di “servitori dello Stato” e, tanto per essere precisi, i dipendenti dello Stato non sono al servizio dello stesso ma della collettività, caso mai lo Stato ne è il datore di lavoro che, attraverso i fondi dell’erario, ne elargisce gli stipendi. Una sottigliezza interpretativa? Non direi perché come in tutti i casi in cui non si è precisi dal punto di vista semantico e della appropriatezza, è facile fraintendere ed attribuire ruoli, competenze e definizioni che possono creare incomprensioni e magari anche qualche conseguenza… Io credo, inoltre, che il nostro Paese abbia sempre avuto in gran parte il vezzo dell’immagine e della enfatizzazione dei ruoli, ivi compresi quelli relativi al dottorato accademico (molto meno enfatizzato all’estero) ma non imparare dai più saggi significa mancanza di umiltà, per poi sconfinare spesso nel millantato sino ad attribuire la direzione dei Dicasteri a quei politici che non hanno alcun titolo accademico: un conto è ricoprire un ruolo di semplice impiegato magari con un comune diploma, un altro è reggere un Ministero alla pari di questo. Ma volendo sorvolare su quest’ultimo aspetto, che per la verità va anche detto che esistono (seppur poco noti) “autorevoli” autodidatta, per condurre un Paese è indispensabile anzitutto una certa moralità e ovviamente determinate pluri competenze giacché si tratta ogni volta di proporre e votare Leggi in vari ambiti, ma alla luce dei fatti in gran parte tutto ciò non avviene. Questo è un quadro estremamente sintetico ma comunque sufficiente per comprendere una realtà che ci sta sommergendo, come se la nostra vita non dovesse avere più seguito e con essa tutti i suoi valori. Per contro c’è chi si prodiga ogni anno per individuare cittadini “eroi” e ad elargire riconoscimenti con targhe, medaglie e pergamene, come a voler “attenuare” le malefatte di molti e gli innumerevoli eventi negativi che incombono quotidianamente sul Paese: ho sempre sostenuto che il bene non estingue il male, e questo non significa che non si debba continuare ad agire nel bene e per il bene della collettività. A mio avviso non basta aver superato i periodi bui che hanno preceduto la Repubblica, ma occorre tramutare in pratica quanto di meglio si possa fare per non tornare indietro… Sono alcuni decenni che vado sentendo a destra e a manca tanti bei discorsi dal pulpito, tenuti ora da tizio, ora da caio, ma il finale è sempre lo stesso: terminata l’esposizione-oratoria in pubblico (quasi sempre davanti ad una cinepresa) tutti a casa felici e contenti, a cominciare dagli stessi oratori istituzionali. Non si può certo negare il dovere di ricordare i valori della Carta Costituzionale, ma il sollecitarla continuamente senza la messa in pratica non fa che produrre l’effetto contrario, ossia come se si ascoltasse un disco rotto; mentre sarebbe più razionale ed utile spiegare come possono essere messi in pratica tutti gli articoli che la compongono, ma purtroppo questo non avviene come più volte ho avuto modo di spiegare con qualche esempio. Personalmente sono convinto che la Costituzione può essere meglio recepita e rispettata se si pianificasse di alienare la burocrazia, proprio perché questo “cancro prettamente italiano” condiziona negativamente la vita di tutti i cittadini, e ciò non equivale a libertà… E non è un caso, a mio avviso, che tra le molte iniziative pubbliche e private non si ipotizzi un programma del genere, perché un buon inizio consisterebbe nell’ampliare e garantire maggior trasparenza tra P.A., Cittadini e viceversa. Molti direbbero che ciò è utopia, mentre invece non lo sarebbe se razionalità e buona volontà venissero sollecitate… senza encomi. Ma parte di questa inerzia è propria di molti cittadini i quali apparentemente inorridiscono al solo nominare la parola “burocrazia”, ma nulla fanno o farebbero per contrastarla tranne qualche rara eccezione. Le Istituzioni, attraverso le rispettive P.A., si trincerano dietro questo paravento, respingendo quasi sempre ogni tentativo di confrontarsi con i cittadini, i quali a loro volta preferiscono subire confermando la propria sudditanza. Volendo considerare l’obiettività di un anonimo si potrebbe affermare: «Se si chiude la porta ad ogni errore, anche la verità resterà fuori».
Foto di copertina by https://www.frasimania.it/