PER UNA PIÙ CONCRETA ED UTILE INNOVAZIONE DEI RAPPORTI UMANI
Sino a trent’anni fa esisteva ancora il senso di appartenenza grazie alla formazione data dal Servizio di Leva, che oggi si è perso inesorabilmente… ma serve una particolare integrità morale per tornare alla normalità.
di Ernesto Bodini (giornalista e divulgatore di tematiche sociali)
La vita umana è destinata ad esaurirsi? I conflitti tra i popoli ci sono sempre stati e di conseguenza i naturali decessi, anche se “compensati” da elevati tassi di natalità tant’è che all’inizio del 2023 il pianeta risultava essere popolato da 8,01 miliardi di persone. Quindi, si vive e si muore in continuazione e questa non è certo una novità, come non lo è il fatto che una buona parte degli esseri umani (nelle varie generazioni) continua a volersi male tanto da sopprimersi a vicenda, come se non bastasse quanta devastazione procura la Natura e le molte malattie… Ma restando nella nostra piccola realtà italiana cosa si fa per arrestare questa “gratuita” moria di persone soprattutto per mano delle stesse? Per quanto studiosi siano al lavoro per affrontare il fenomeno, a me pare che non si stiano prendendo i sufficienti provvedimenti del caso. Ogni giorno si contano morti per cause delittuose, incidenti sul posto di lavoro, incidenti stradali, incidenti in ambito sanitario, decessi per irresponsabilità individuale, ed anche suicidi, e tutti questi in gran parte sarebbero prevenibili. Ma va sottolineato che da circa otto lustri, ossia da quando si sono aperte le frontiere si contano migliaia e migliaia di decessi e reati d’ogni sorta, tanto che la prevenzione risulta essere a dir poco insufficiente. Ricordo che sino a quando esisteva il Servizio di Leva la vita in Italia presentava meno problemi, anche dal punto di vista dei rapporti umani: la disciplina e il rispetto avevano una valore e una certa utilità. Allora perché non ripristinare il servizio militare che, oltre a dare una certa immagine al Paese favorirebbe una serie di benefici alla collettività? Basterebbe renderlo obbligatorio dopo i 18 anni e per sei mesi, magari con il riconoscimento di una modica diaria giornaliera ed eventuali contributi figurativi; provvedimento di carattere formativo durante il quale si aprirebbero scenari e prospettive in ambito lavorativo dopo il congedo. Peccato, però, che qualche caso di omofobia all’interno delle Forze Armate si contraddice, ed è di questi giorni, ad esempio, la polemica sulla pubblicazione “Il mondo al contrario” del generale Roberto Vannacci, che seppur inteso come prodotto di marketing politico, resta il fatto che l’autore è stato destituito dalla guida dell’Istituto geografico militare per le sue parole omofobe, razziste e sessiste. Se l’esempio del rispetto degli esseri umani votati alla difesa del Paese si pone su queste basi, è evidente che anche volendo ripristinare il Servizio di Leva non ci porterebbe da nessuna parte… Tuttavia, ben sappiamo, da sempre, che la divisa affascina molti giovani, sia maschi che femmine, e trasmettere loro l’importanza nell’acquisire una certa responsabilità (il cosiddetto senso di appartenenza) verso lo Stato e verso la collettività, io credo che sarebbe un toccasana per tutti a cominciare dal semplice fatto di ridurre la disoccupazione, oltre a tornare ad amare una Patria che purtroppo è un sentimento di pochi.
Ma indossare una divisa, si badi bene, non deve avere tra gli obiettivi quello di avere un’arma al fianco, ma quello della consapevolezza di contribuire a “ripristinare” (e far rispettare) diritti e doveri, e quindi le Leggi dello Stato, e ciò implica una particolare integrità morale ed altro ancora… Forse risulterei impopolare, giacché personalmente a suo tempo sono stato esentato dal Servizio di Leva per difetto fisico motorio ma in compenso, mi si permetta un minimo di analogia, in quanto ho vissuto per sette anni l’esperienza del collegio ad internato (in cui vigeva una certa disciplina, per il vero fin troppo rigida), e per giunta in epoca adolescenziale, periodo che data l’età non ha contribuito alla mia iniziale buona formazione; tuttavia nel corso degli anni, memore di tale esperienza mi sono (per così dire) autodeterminato, tanto da saper affrontare di volta in volta le difficoltà della vita, causate soprattutto da ristrettezze (economiche e sanitarie) e se non anche dalla ancestrale burocrazia, che peraltro continua a dominare il Paese… e che personalmente combatto (in solitaria!). Ora, il fatto che sicuramente non si prenderà in considerazione tale mio modesto suggerimento, ovvero il ripristino del Servizio di Leva, si continua a fare affidamento al volontariato, la cui opera è in parte “sostitutiva” al ruolo delle Istituzioni, e questo a mio dire (da sempre) non dovrebbe esistere! Ma come sempre certe scelte e decisioni sono demandate ai politici, i quali appartenendo alle più svariate ideologie non giungeranno mai ad una intesa comune, in quanto ognuno ha la presunzione di avere un’idea migliore rispetto ad un altro, idee che sono per lo più caratterizzate da un simbolo, da un colore, da una sigla e magari anche da una personale convenienza… magari anche solo di immagine. Ecco che, di questo passo, la nostra Nazione continua a subire uno stallo senza sbocchi di miglioria per il futuro e, intanto, la nostra convivenza è sempre più problematica con tutte le conseguenze del caso. Anche in merito a ciò verrebbe da rammentare alcuni nostri antenati che, motivati da concreti ideali di unità e uguaglianza si sono immolati, inevitabilmente con un’arma in mano (Dio li perdoni!), e noi ci limitiamo a ricordarli per le gesta e non tanto per il pensiero intrinseco che li ha visti uniti. Vorrei concludere rammentando che quando una buona idea nasce da un emerito sconosciuto, ancorché lontano dalla politica, la stessa può essere nobile ma non è considerata a priori e quindi destinata ai rifiuti della nullità. E va da sé che il mancato apprezzamento da parte dei nostri simili può essere il riconoscimento di colpe (le loro), sia esso inconscio o meno.
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