Perchè leggere “I diari dell’anima” di Paola Di Capua
C’è una forza d’animo da non sottovalutare nelle due sillogi poetiche”Caos” (“ Edizioni il Filo” 2009, pp. 49) e”Casa ad Ostro”(“Book Sprint Edizioni” 2011 pp. 53) dell’ autrice – cantautrice pugliese Paola di Capua, nella modalità di scrittura più vicine al testo per canzone che alla poesia vera e propria. Nelle due raccolte, niente “poetica pre cotta”, periodare mastodontico o frasi complesse finalizzate, magari, a mettere in luce la sua possibile “professione poetica”. Siamo di fronte ad una donna giovane, trentacinquenne, laureata in scienze politiche, trapiantata a Forlì, autrice anche dei racconti de ”La regina delle maree ed altri racconti” (Book Sprint Edizioni” 2011, pp. 77) che, senza pretendere di chiamarsi poetessa, ci presenta, a suo modo, il proprio mondo psicologico, la sua profonda verità che le abita dentro, una verità variopinta nei temi trattati in queste pagine che si dipana e disvela tra ricordi d’infanzia e d’amicizie durature, senza dimenticare i suoi affetti familiari: la madre, il padre, le sorelle della madre e tante altre figure caratterizzanti la propria storia di membro della casta del gentil sesso. Non manca, in aggiunta, un contributo di penna su guerra, terremoto, ma anche sul tema dell’amore che, spesso, è sofferto, cercato, anche nel suo mondo poetico ed onirico. Seppure la realtà, spesso, le nega di sognare, l’autrice, con la determinazione che le è propria, non rinuncia a concedersi un viaggio tra i film del suo inconscio, continuo generatore di nuovi versi da affidare alla carta soltanto o da arricchire di musica per farne canzoni cantabili con la semplicità che la caratterizza. I versi, certo, sono in fieri, la sua poesia, legata dal filo dell’evocazione ricorrente delle Isole Tremiti, terra che favorisce, indubbiamente, il suo poetare abbracciando ambedue le sillogi in un unicum poetico – espressivo, non può dirsi compiuta e di questo di Capua, certamente ne è consapevole. Si può dire che quella di queste due sillogi, è una poesia originale poiché, pur non essendoci un periodare strutturalmente elaborato ed un uso della retorica roboante e ricorrente, siamo di fronte ad un unicum “versificativo” personale, in cui c’è coerenza tra ciò che si avverte nell’anima “per colpa” dell’ispirazione e ciò s’esprime, a modo proprio, su carta. E’questa, anche e contemporaneamente, l’espressione personale di un’anima realizzata semplicemente utilizzando poche figure retoriche: metafore e reticenze in abbondanza e pochi segni si interpunzione. Comunque, al di là della obiezione che la critica roboante tradizionale potrebbe fare a queste liriche per il mancato rispetto delle norme poetiche canoniche, si ha il dovere di aiutare la giovane, incoraggiandola a crescere sempre più, nella forma e nell’impianto espressivo dei suoi versi futuri. Questi due libri della di Capua, a noi piace definirli, più che poesie, diari dell’anima che, aiutano il lettore a conoscere, per quel che è possibile, il mondo interiore dell’autrice, messo su carta in versi di varia lunghezza, a volte, anche brevi o brevissimi nei quali si celano immagini nitide, atte ad esprimere concetti anche forti con l’intento di aprire nel lettore attento e capace di coglierne il loro senso primo e pieno, percorsi di riflessione importanti per la sua crescita spirituale ed umana. Allora, ci permettiamo di dire:”Vai avanti così, Paola, ad maiora, anche se la strada da fare, per tutti credo, è comunque sempre lunga ed impervia”.
Luigi Violano