Pio Stefanini, autore/produttore di Irene Grandi si racconta e spiega la sua “separazione” da Noemi

 

 

Mi accoglie nel suo studio sulle colline di Borgo San Lorenzo, in Mugello, uno studio incasinatissimo dove riusciamo ad estrapolare un piccolo spazio per una sedia. Alto, capelli sale e pepe, fisico atletico, Pio Stefanini mi offre un caffè restando in piedi, perché nello studio non c’è posto nemmeno per uno sgabello, strumenti dappertutto, intrecci di fili, e di nuovo strumenti… Pio è gentile, ma trasmette una riservatezza innata da persona schiva che non ama troppo parlare di sé.

Pietro Stefanini detto “Pio”perché?- No, dai…” – “ devo sapere tutto” – ok, è un nomignolo che mi ha dato da bambino un mio amico, Franchetto Milani.- “Pio per sempre?”- Sì, mi conoscono così anche nell’ambiente musicale, alla fine ho preso anche la partita iva e l’ho chiamata Pio  così non ho più problemi.-  “Tu sei nativo di Borgo San Lorenzo, capoluogo del Mugello, quanto ha influenzato la tua musica il territorio dove sei nato?” – Boh, in realtà le influenze sono venute fuori da persone che non stavano qua, perché è un po’ difficile inventarsi qualcosa qui, insomma coltivare questa passione, però con le persone giuste, una veniva da Pisa, una da Firenze, persone di Milano e di Modena,gli stimoli arrivano. “- Ti senti mugellano doc?- “Sì, sì” – Però il Mugello non offre grandi opportunità… – “Non è che non offre, è che per fare queste cose bisogna essere stimolati tanto, devi emigrare, allora vai a Milano. Io l’ho fatto a mezzo servizio, andavo un po’ su, poi tornavo giù, ma mi piace stare qua, per cui sto qua.”- La tua collaborazione con Irene Grandi, i Wroom, Sighieri, Luchi dove finisce il rapporto professionale e dove comincia l’amicizia?- “Con Sighieri siamo amici da tempo… ci si considera fratelli, prima c’è l’amicizia, il fatto che si sta bene insieme, poi quando c’è da lavorare è chiaro che prendiamo l’occasione per vederci.” – Quante volte avete litigato?- No, mai, forse una volta nel ’96- ride – E con Irene è la stessa cosa?- “ Con Irene è stato un po’ tutt’e due ci si conosceva, poi con il lavoro, col tempo, siamo diventati amici, nel caso suo l’amicizia è arrivata dopo, perché piano, piano ha cominciato a fidarsi di me, non è facile per un artista fidarsi di una persona. Negli ultimi quattro anni ho lavorato con lei assiduamente mentre prima erano lavori autorali, veniva sporadicamente. – Tu sei musicista, autore, arrangiatore, produttore, un mix di figure professionali,  riesci a con vivere con la parte manageriale del produttore?- “Ma, guarda produttore è una parola travisata, generalmente io faccio il produttore artistico che è una cosa sempre legata alla musica, se mi dici di convivere con il commercialista ti rispondo che sono la persona più arruffona del mondo, nonostante io sia ragioniere non amo i commercialisti, i numeri e l’ordine”- Hai appena terminato la faticaccia del festival musicale organizzato con Music Valley in Mugello, dove ha cantato, e incantato tutti: Noemi. Quali sono i  progetti a breve con lei?- Ma sai, noi con Noemi abbiamo collaborato nella prima fase, perché io lavoro spesso con un altro produttore che è di San Gimignano, lui ha trovato questa Noemi, una ragazza che sembrava avesse ingoiato una tromba da piccina, e quindi con Francesco Sighieri ed un altro autore di Firenze, abbiamo creato la prima stesura dei suoi brani, poi abbiamo di nuovo collaborato con il suo secondo disco, io ho scritto un pezzo e anche Sighieri. Del resto Sighieri aveva scritto il suo primo singolo “Briciole”, poi lei ha cambiato produttore per motivi personali quindi è stato più difficile entrarci in sintonia, perché quando lavori con un’artista devi stare sintonia, perciò in questo suo ultimo disco non abbiamo fatto niente insieme.” – I prossimi progetti di Pio?- La figata è che finisce un lavoro, magari un lavoro bellissimo, sei contento, però poi ti chiedi: ora che faccio? Non è che abbiamo un contratto, per cui ci si inventa sempre cose nuove, ora sto producendo insieme a Steve Luchi un gruppo di ragazze di 19 anni, fino alla fine dell’estate ci occupiamo di quello, contemporaneamente collaboro con Dado Parisini, produttore di Laura Pausini, di Amoruso, gli dò un supporto ad arrangiare delle cose e poi scriverò un po’ di canzoni, perché a me fondamentalmente quando ho cominciato a suonare mi piaceva scrivere quelle e poi in realtà ero anche flippato per gli arrangiamenti, il computer, la programmazione, per cui ho coltivato anche questa cosa qua.”- Tu sei una persona dissacrante, ironica, non ci saremmo mai aspettati che tre anni fa tu producessi “Canti di Natale” con Irene Grandi, come lo spieghi?- Io non pongo barriere, oltre che essere ragioniere sono stato a scuola dalle suore Stimmatine, c’era questa idea che mi ha proposto Irene e alla fine era una sfida, che poi il disco usciva a novembre ma noi lo abbiamo fatto a luglio/agosto, per cui ci vuole anche una certa immaginazione, ma nel dna ce l’avevo.” – Se ti dico famiglia, qual è la prima cosa che ti viene in mente?- “ Il mio bambino, Cesare. Ha 14 mesi. La mia compagna. La mia mamma. Mio fratello” Il Mappa” che è un bassista, anche se noi discendiamo da famiglie di elettricisti, e bene o male siamo passati tutti nel mestiere” ride” . – Se ti dico amore…- “Oioi amore non si può dire… è come dire jeans! – E l’amore per la musica a quale posto lo mettiamo?- Mi piace proprio, fra virgolette, morirci dentro, proprio infangarmi dentro, è una cosa un po’ personale, ma non faccio classifiche. Mi piace stare con la mia famiglia, mi piace fare musica, certo quest’ultima ha dei tempi e degli spazi particolari, in questi ultimi 14 mesi ho dovuto un po’ mediare, però l’ho fatto con molto piacere. “ – Come si sta a fare il babbo?- “Una fatica cane! Perché quando smetti di lavorare qua con la testa avresti chiuso, ma poi arrivi a casa c’è Cesare e riparte un’altra giornata…”  

Francesca Lippi

ilmiogiornale@infinito.it

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