Processione del Cristo deposto: La Scinnenza di Guadagnuolo

Il Cristo deposto di Francesco Guadagnuolo

Il Cristo deposto di Francesco GuadagnuoloIncontriamo a Roma il pittore Francesco Guadagnuolo, il noto artista, siciliano nativo di Caltanissetta il qualetestimonia,in occasione della Santa Pasqua, con un suo eccezionale lavoro pittorico la processione del “Giovedì Santo” di Caltanissetta.

L’artista la ricorda così: «Nel 1974 decisi di realizzare assieme a una cartella di gouache una grande opera olio su tela ispirata alla Processione del Giovedì Santo. Seguendo tutti i riti della settimana, ho cercato di far vedere le parti meno in evidenza, ritraendo oltre i gruppi, i siciliani con le loro gesta, i volti scavati, le anziane signore che venivano a toccare i gruppi in segno di fede e commozione, la loro è una partecipazione ad uno tra i più suggestivi e popolari eventi religiosi.La mia opera su tela èintitolata: “Processione del Cristo deposto”è dedicata al gruppo dettoLa Scinnenza misura 3 x 1,5 m.Dal bellissimo Duomo della Città, partono due raggi di luce, dove si mette in cammino la Scinnenza che raffigura la deposizione dalla Croce. Sopra la Croce due giudei, che assieme a Giuseppe D’Arimatea e Nicodemo conSan Giovanni fanno scendere lentamente il corpo di Cristo, sottostante il dolore della Madonna e delle altre donne. Nella parte bassadel dipinto, la scena di Gesù deposto e immobile.É una rievocazione cui si commuove tutta la città. Le donne che hanno le sembianze dei profughi di oggi che circondano il Cristoindicano il dolore di Maria madre di Gesù e madre di tutti che viene a vedere il figlio morto;mentre la gente s’impressiona a scorgere l’inquietante scenario realisticoaccompagnato dalle musiche delle marce funebri delle bande. La fede in questa circostanza è di straordinaria compartecipazione, unita di tristezza e pietà, questa fede non è vissuta in maniera intimistica, ma è avvertita come forma collettiva, i nisseni si fanno trascinare in questo rito popolare in cui la gente diviene protagonista».

 

Fonte Osservatorio d’arte contemporanea

 

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