Il professor Guido Filogamo valente maestro di docenza tra saggezza e intelligente ironia

di Ernesto Bodini (giornalista scientifico)

 

Ci sono dei momenti nella vita che richiedono una attenzione particolare verso chi abbiamo incontrato lungo il nostro cammino, umano e professionale; sia per coglierne gli aspetti più significativi dal punto di vista relazionale che per la “condivisione” di argomenti delle rispettive professioni che, per certi versi, sono suggellate da determinate convergenze. Considerazioni che certamente assumono un significato più incisivo quando veniamo a sapere che una di queste persone ci ha lasciato, o meglio, ci ha preceduto per quel lungo viaggio… senza ritorno. Fra queste mi sento in dovere di ricordare il prof. Guido Filogamo, torinese, classe 1916; insigne cattedratico di Anatomia Umana e dispensatore di saggezza le cui “impronte” di maestria resteranno indelebili non solo negli annali dell’Ateneo e dell’Accademia di Medicina torinesi, ma anche in tutti coloro che hanno avuto il “privilegio” di fruire delle sue dotte lezioni, il cui facile apprendimento ne ha poi facilitato il conseguimento della Laurea. Ultimo allievo del non meno noto anatomista e scienziato triestino Giuseppe Levi (1872-1965), e amico di Rita Levi-Montalcini; Filogamo iniziò la sua carriera accademica nel 1940 come assistente in Anatomia Umana e, dopo una breve parentesi a Sassari, dove fu professore di Istologia nel 1962, tornò a Torino prima come Professore di Istologia (1964) e poi di Anatomia Umana (dal 1966). Intensa è stata la sua attività negli anni a seguire ricoprendo cariche accademiche, tra cui quelle di direttore del Dipartimento di Anatomia e Fisiologia e di preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia di Torino dal 1986 al 1992. Furono anni durante i quali vennero fondati l’Università del Piemonte Orientale (con sede a Novara) e il Corso di Laurea in Medicina presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria San Luigi ad Orbassano (Torino). Fu membro dell’Accademia delle Scienze e dell’Accademia di Medicina subalpina, e quindi professore emerito dell’Università torinese. Assai noto in ambito internazionale per i suoi autorevoli studi in particolare sulla plasticità neuronale nel plesso mienterico, sullo sviluppo del sistema neuromuscolare e del sistema visivo, ricevette encomi e vari riconoscimenti come il “Sigillo d’argento” della Città di Torino, e nel 1988 la “Medaglia d’oro ai benemeriti della scuola, cultura ed arte” del Presidente della Repubblica. Anche dopo aver lasciato l’insegnamento il prof. Filogamo era spesso invitato a convegni e conferenze alle quali presenziava quasi in “punta di piedi” e, avvicinandolo, fu sempre ossequioso, galante nei modi e nel saluto, riservando a chiunque compiacimenti accompagnati da una garbata ironia, suscitando una composta ilarità dei suoi interlocutori, in parte ex allievi che, in momenti di pausa, rievocavano gli anni accademici e il frutto conseguito.

Anch’io ho avuto l’onore di conoscere da vicino questo illustre uomo di Scienza, che talvolta incontravo alla fermata del bus, perché si recava al suo Istituto universitario, come se la nostalgia dell’insegnamento lo guidasse ancora in quella direzione quasi ogni giorno. Durante i nostri occasionali incontri non solo mi “apostrofava” con un appellativo di merito accademico e di cultura che non avevo (e non ho), anche se sapeva della mia professione di giornalista scientifico, ma mi chiedeva: «Quando mi invita ad ascoltare una sua relazione? È lei che ha da insegnare a me…». È inutile dire che tale richiesta mi metteva in imbarazzo, ma un giorno, lo invitai quale relatore al convegno (da me organizzato in collaborazione con altri medici) che ha avuto per titolo “Albert B. Sabin: una vita per la prevenzione – Evoluzione delle vaccinazioni in Italia”), che si è tenuto nell’aula magna dell’Azienda ospedaliera Molinette di Torino nel maggio 2008. Avendo accettato con molta semplicità e senza atteggiarsi in alcun modo, non solo mi ha “onorato” ma mi ha trasmesso una lezione di umiltà tanto da rendere doveroso questo breve ritratto. Il ricordo di un maestro di scienza e di vita, che si è spento nel silenzio in una casa di riposo nel gennaio 2018. Quel silenzio che per la verità fa ancora parlare di sé poiché la sua saggezza, a mio avviso, raggiungeva anche la gente comune.
Nelle immagini del fotoreporter Remo Pecorara, in alto il prof. Filogamo e in basso con l’articolista durante il convegno nel maggio 2008.

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