Protesta culturale contro lo sfratto di Alfabeto del mondo il 30 maggio a Cagliari
Entro settembre Alfabeto del mondo Onlus dovrebbe lasciare la sede di via Eleonora d’Arborea, di proprietà del Comune di Cagliari. Che ne sarà degli immigrati e delle persone svantaggiate che assiste? In loro difesa, il 30 maggio scenderà per strada con una manifestazione-spettacolo.
Venerdì 30 maggio 2014 l’associazione culturale Alfabeto del mondo (ACAM) Onlus organizzerà a Cagliari una manifestazione di protesta contro lo sfratto dalla sede di via Eleonora d’Arborea n. 10 intimato dal Comune.
UNA “LIBERA PROTESTA CULTURALE”
I soci hanno definito questa loro iniziativa “libera protesta culturale” perché questo “Sfratto – Mille voci un solo grido” sarà uno spettacolo gratuito, allestito per strada, proprio in via Eleonora d’Arborea. In particolare, i volontari dell’associazione intratterranno il pubblico dalle 17.30 alle 21.00 con:
- una tombola in inglese;
- lezioni di lingua e cultura araba e giapponese. Quest’ultima sarà tenuta da Reiko Shizume, venuta appositamente dal Giappone per festeggiare il sesto anniversario della fondazione di ACAM.
- due musical di protesta. Testi e musiche sono state scritti dai soci e anche il pubblico potrà cantare in coro, perché i testi saranno distribuiti ai partecipanti, con la traduzione dei versi in lingua straniera.
Durante queste tre ore e mezzo di spettacolo (tutti i dettagli sono disponibili nel programma della manifestazione), saranno allestite, inoltre, una distribuzione gratuita di libri – attività che l’associazione svolge abitualmente – e una raccolta di firme per una nuova petizione da presentare al Comune. Lo scorso anno, Alfabeto del mondo ha raccolto 1.200 firme per una prima petizione e a quest’attestazione di solidarietà devono essere sommate le 200 lettere che sono state inviate al Sindaco da cittadini, associazioni ed enti per scongiurare lo sfratto dell’associazione. Queste lettere sono state rilegate dai soci e saranno esposte al pubblico il giorno della manifestazione.
Per l’occasione, via Eleonora d’Arborea e il tratto di viale Regina Margherita compreso tra tale via e piazza Costituzione (corsia di destra in salita) saranno chiusi al traffico dalle 17.00 alle 21.30: un piccolo disagio per una grande, buona causa.
RIEPILOGANDO
Ma come si è arrivati a questo punto? L’associazione si trova in uno stato di incertezza da tre anni, precisamente dal novembre 2011 quando – come vi abbiamo raccontato la prima volta che ci siamo occupati della vicenda di Alfabeto del mondo – questi locali di proprietà del Comune le furono assegnati dall’amministrazione in via provvisoria. ACAM ha chiesto più volte di regolarizzare la situazione, ma non ha mai ottenuto risposte formali, anzi, si è sentita accusare di occupare abusivamente quei locali. Affermazione che poi è stata corretta con “occupazione irregolare”.
Il 20 marzo 2013, durante una riunione della Giunta, il Sindaco affermò che l’associazione avrebbe dovuto pagare l’affitto in base a un regolamento cui, nel 2011, aveva fatto riferimento anche l’allora assessore alle Politiche sociali Susanna Orrù, ma che finora non è mai stato approvato.
Il 23 agosto 2013, l’associazione sollecitò una risposta dal Comune con una lettera formale, alla quale ottenne risposta un mese dopo, il 23 settembre. La lettera disponeva lo sfratto dell’associazione entro 30 giorni in modo da poter effettuare lavori di manutenzione sia ordinaria che straordinaria per ripristinare la sicurezza dello stabile (lavori di cui si era già parlato mesi prima, ma la cui previsione era stata smentita dall’assessore ai Lavori pubblici Luisanna Marras). Nella lettera, il Comune prevedeva, inoltre, che, al termine dei lavori, potesse essere eventualmente bandita una gara per l’affidamento della gestione dell’immobile, come previsto dall’art. 13 del regolamento comunale per l’erogazione dei contributi per attività culturali e di spettacolo.
E sarebbe interessante capire a quali lavori si riferisse il Comune, considerato che da marzo a settembre 2013 l’associazione ha dovuto realizzare degli interventi urgenti, anche di straordinaria amministrazione, che hanno comportato una spesa di circa 20 mila euro. «Adesso ci sentiamo delusi – afferma la presidente Maxia – perché abbiamo investito molto sia in denaro che in lavoro volontario gratuito. Quasi tutto, infatti, è stato fatto da volontari e da disoccupati e immigrati assunti a tale scopo e pagati con i voucher per lavori occasionali».
Il 20 febbraio 2014 Alfabeto del mondo ha formalmente offerto al Comune di pagare un canone, pari a 18 mila euro all’anno, per l’utilizzo dell’immobile. In tale occasione, ha anche confermato la propria disponibilità a farsi carico della manutenzione dello stabile a proprie spese. Non avendo ottenuto risposta, il 10 marzo 2014 ha inviato un sollecito il quale ha fruttato, quattro giorni dopo, la convocazione da parte del dott. Alessandro Cossa, dirigente del Servizio politiche sociali. L’esito dell’incontro è stato infausto: il dirigente ha, infatti, invitato verbalmente l’associazione a sgombrare lo stabile entro settembre 2014.
Circa un mese fa, per l’esattezza il 7 aprile 2014, l’associazione è stata poi ricevuta dall’attuale assessore alle Politiche sociali Luigi Minerba. L’associazione gli ha esposto il rischio concreto che lo sfratto paralizzi la sua preziosa attività di sostegno agli immigrati, ma per l’assessore questo non sarebbe un problema: degli immigrati se ne occuperebbe il Comune e potrebbero essere previsti spazi provvisori in cui tutte le associazioni potrebbero fare lezione agli stranieri. A nulla è servito che Alfabeto del mondo gli abbia ricordato di essere iscritta al registro nazionale degli enti e delle associazioni che svolgono attività a favore degli immigrati e di aver, quindi, ottenuto – a differenza di tante altre associazioni sarde – l’autorizzazione ministeriale a svolgere questo tipo di attività.
In tutto questo periodo, peraltro, i servizi sociali del Comune hanno continuato a segnalare all’associazione immigrati e persone svantaggiate da inserire nei suoi progetti.
Se la decisione di sfrattarli dall’attuale sede non sarà revocata, l’associazione dovrà trasferire sede legale e operativa in un piccolo appartamento in via Baylle che, però, non ha spazi sufficienti per svolgere le attività assicurate finora. Gli arredi e le attrezzature necessarie, infatti, non vi potranno trovare spazio e dovranno restare, inutilizzati, in via Eleonora d’Arborea.
BUROCRAZIA E POLITICA VS INIZIATIVA PRIVATA E SUSSIDIARIETÀ
Siamo davanti ad una vicenda assurda in cui la miopia della burocrazia e l’applicazione acritica delle norme stanno impedendo alla libera iniziativa dei privati di attuare quel principio di sussidiarietà orizzontale che sulla carta, a partire dalla Costituzione, si afferma di voler promuovere. E, purtroppo, non è l’unico caso in Italia. Simile per certi aspetti è, ad esempio, la vicenda del centro culturale Angelo Mai Altrove, sorto per libera e non autorizzata iniziativa di privati in locali pubblici abbandonati, poi sottoposto a sequestro per occupazione abusiva (per saperne di più vi rimandiamo al bel resoconto con commento di Andrea Mochi Sismondi, “L’Angelo e la PA: articolo 118 o chiamata al 113?”). Il giudice ha recentemente disposto il dissequestro (quasi integrale) dell’Angelo Mai Altrove e la vicenda sembra avviarsi verso una positiva conclusione, ma che sarà, invece, di ACAM?
IN DIFESA DI IMMIGRATI E PERSONE SVANTAGGIATE
«Sono intervenute a nostro favore le massime autorità: il Questore, il Prefetto, il Presidente del Tribunale, il Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria, il Centro di Giustizia minorile…. Ma sembra che il Comune non intenda ragioni…» si sfoga la presidente Eugenia Maxia.
Con la manifestazione del 30 maggio, quindi, ACAM proverà, ancora una volta, a mostrare all’Amministrazione comunale e ai cagliaritani cosa è in grado di offrire in campo sociale e culturale. Sarà questo un modo inconsueto di festeggiare il suo sesto anno di attività, ma soprattutto sarà un modo civile, costruttivo e originale di protestare contro una decisione ingiusta che non danneggia tanto l’associazione in sé quanto, piuttosto, i suoi numerosi assistiti: immigrati e persone socialmente svantaggiate.
Alfabeto del mondo ha bisogno del nostro sostegno ed è a disposizione per fornire maggiori informazioni sulla sua protesta:
- e-mail info@alfabetodelmondo.it
- telefono: 3474103290 – 3312854727 -3483285044