Quando la saggezza degli antenati è destinata a… restare nel limbo
Pensieri sul comportamento umano: società in declino?
di Ernesto Bodini
(giornalista scientifico)
Risalendo alle origini ancestrali dell’uomo è inevitabile notare il suo status comportamentale che, per diversi (anzi, diversissimi) aspetti, a tutt’oggi non dà segno di particolari mutamenti in positivo… anzi! Se Atene non piange, Sparta non ride, un antico detto che ben si adatta ai tempi odierni interessando tutte le culture e le classi sociali, pervase da un incontrollato egoismo nell’agire, reso ancora più subdolo perché meschino. Affermazioni, queste, che rispecchiano un decadimento del tessuto sociale a tutti i livelli, la cui estensione è data da ulteriori problemi come il non rispetto dell’ambiente, dei diritti altrui, e soprattutto della vita di ogni essere vivente. Proseguire in questo senso si confina inevitabilmente nella retorica, ma il non rilevare e il non rammentare come si sta evolvendo la società, tanto rapidamente quanto indecorosamente, conduce altrettanto a quel qualunquismo che fa dell’uomo un’icona del disprezzo esistenziale affossando anche i più comuni valori della filosofia di vita, preludio, a mio parere, ad una sorta di auto-estinzione interiore… se non anche fisica.
A questo riguardo mi sovviene una riflessione di Albert Schweitzer (1875-1965), premio nobel per la Pace nel 1952, il quale affermava: «Un uomo che ha una venerazione per la vita non si limita a dire le sue preghiere. Egli si getterà nella battaglia per conservare la vita, se non altro perché lui stesso è un’estensione della vita che lo circonda». Evidentemente della storia dell’umanità con tutti i (pare) 29 miliardi di esseri umani che l’hanno composta sino ad oggi, ben poco si è appreso. Eppure di figure illuminanti come Socrate (470-399 a.C.) filosofo “ante litteram”, Leonardo da Vinci (1452-1519) scienziato di talento universale, Cesare Bonesana di Beccaria (1738-1794) filosofo dell’Illuminismo, Söeren Kierkegaard (1813-1855) filosofo dell’Esistenzialismo, Albert Einstein (1879-1955) premio nobel per la Fisica nel 1921, Albert Bruce Sabin (1906-1993) medico scienziato e filantropo, Rita Levi Montalcini (1909-2012) premio nobel per la Medicina nel 1986, Albert Camus (1913-1960) premio nobel per la Letteratura nel 1957, Nelson Mandela (1918-2013) premio nobel per la Pace nel 1993, Martin Luther King (1929-1968) premio nobel per la Pace nel 1964, per citarne alcuni (ma sarebbero molti di più), si ha oggi solo una mera conoscenza del loro sapere e della loro saggezza. E la messa in pratica, almeno ideale? A questo quesito verrebbe da dare una miriade di risposte, e poiché non mi ritengo minimamente deputato ad azzardarne una, lascio ai lettori la “libertà” di esprimere la propria riflessione, se non altro per aprire un dialogo all’interno di questo spazio democratico e di ampia libertà di pensiero.