QUANDO L’IPOCRISIA È TANTO PRIVATA QUANTO ISTITUZIONALE
Possono passare secoli ma il genere umano non si smentisce mai, soprattutto per insensibilità, egoismo ed ingiustizie. Il “conforto” può venire dai saggi del passato… che si tende a non imitare
di Ernesto Bodini (giornalista e divulgatore di tematiche sociali)
Più passa il tempo e più bisogna constatare che le ingiustizie, dovute ad insensibilità, egoismo e burocrazia, sono quotidiane. Si prendano ad esempio i casi di persone che per “morosità incolpevole” sono comunque soggette a sfratto esecutivo (per non parlare delle violazioni di domicilio con conseguenti serie difficoltà di potersi riappropriare della propria abitazione). Generalmente i locatori in questione sono benestanti, e gli inquilini “da sfrattare” sono quasi sempre mono reddito o addirittura in assenza di reddito, se non anche persone con importante invalidità, magari anche anziani. Un caso del genere è recentemente accaduto a Genova, dove il sindacato degli inquilini, dello Spi Cgil e della Fiom, nel quartiere di Castelletto, ha istituito un presidio per impedire l’esecuzione dello sfratto di una signora 90enne e invalida, disposto dal tribunale. Evento sul quale è intervenuto il Comune attivando l’utilizzo del cosiddetto “Fondo di morosità incolpevole” facendo sospendere l’esecuzione di sfratto. Questo episodio, ancora una volta, rappresenta il classico esempio della lotta tra poveri che nel nostro Paese non si è mai estinta, e questo non fa certo onore ad un popolo che si ritiene democratico e civile vantando una Costituzione garantista, ma che garantista non è; un po’ come determinate Leggi volute dai politici i quali, però, al momento dell’attuazione non vanno a verificare se è corretta l’interpretazione e il conseguente rispetto delle stesse. Come dire che dal pulpito sono tutti pronti e “capaci” a pontificare, ma ai fini della realizzazione di quanto si è voluto proporre il tragitto è ben lontano e insidioso. Ed è per casi come questi che il cittadino continua ad essere succube di un sistema a dir poco perverso, e poco conta se per disgraziate vicissitudini non riesce a combinare il pranzo con la cena, tanto meno avere un giaciglio su cui dormire… e una pigione da pagare. Senza andare tanto lontani abbiamo superato due conflitti con conseguenze deleterie per milioni di persone, e per questo in quanto dovere di coscienza i politici non mancano di invitare la cittadinanza a non dimenticare e, chi di turno, ad ogni ricorrenza si prodiga nel posare una corona d’alloro “alla memoria” oggi qua, domani là. Per quanto doverosi da parte delle Istituzioni, questi rituali non sono certo in linea con il rispetto dei diritti di molti cittadini che, per una ragione o l’altra, versano in condizioni di disagio esistenziale di non poco conto (vedasi il carente SSN). Ora, anche se una persona anziana è riuscita a superare quanto provocato dai conflitti, per determinate circostanze si trova oggi ad essere indigente e magari anche con problemi di salute e per giunta anche soggetta a sfratto, non credo che possa restare particolarmente sensibile a tutte quelle manifestazioni plateali… per lo più di carattere figurativo.
Ma tale incongruenza, da parte di chi conduce il Paese, rasenta l’inverosimile dell’inverosimile, ovvero un insulto alla dignità umana, perché sarà pure doveroso ricordare i morti (e gli “eroi”) ma lo è ancor più essere solidali con i vivi… che vogliono vivere! E a questo riguardo un tempo si diceva: “Chi muore giace, e chi vive si dà pace”. Un detto popolare che andrebbe rivisto nella sua integrità concettuale perché chi è ancora in vita ha diritto viverla con piena dignità e nel rispetto dei suoi ulteriori diritti; ma purtroppo, come sempre, va ricordato che pancia piena non pensa a quella vuota, un egoismo che probabilmente non è forse nemmeno riscontrabile negli annali della nostra storia, nonostante cultura e mezzi fossero accessibili a pochi. Quindi, oggi, che da un bel po’ siamo entrati nel III Millennio, intelligenza artificiale inclusa, a mio parere il progresso non ha favorito una emancipazione civile, tant’é che non poche le disuguaglianze sono sempre più estese e, a farne le spese, sono sempre i più deboli e indifesi come gli anziani e le persone con disabilità. E c’é chi sottolinea essere la nostra una società moderna, ma che tale non è rispetto a ieri, sia pur nel rispetto delle proporzioni epocali. Ogni volta che vengo a conoscenza di fatti come quelli sopra descritti, mi assale un moto di repulsione verso coloro che esercitano lo “strapotere” solo perché posseggono più denaro e una certa posizione politica e sociale (spesso favorita dalle connivenze), che devo però contenere se non voglio “tradire” la condivisione filosofica di alcuni autori saggi, perché come ci ricorda G. Bernard Shaw ((1856-1950): »Il peggior peccato contro i nostri simili non è l’odio, ma l’indifferenza; questa è l’essenza della disumanità». Un’ultima osservazione-quesito: se fosse l’abitazione di una autorevole figura istituzionale ad essere violata, come verrebbe risolto, e in quanto tempo, tale evento? E soprattutto, tale figura è immune da tale violazione?