Quando un libro diventa veicolo di una scelta di vita per la vita
Riceviamo dal presidente della Prometeo Aitf onlus (l’associazione dei trapiantati di fegato e pancreas della Sardegna) una riflessione scaturita dopo aver letto su Facebook un messaggio con cui una sua amica, operatrice di Emergency, annunciava di aver detto il suo “sì” alla donazione degli organi dopo aver letto il libro “Chiedo scusa”:
Carissima Maria Antonietta Marras , l’aver pubblicato su Facebook la tesserina dove ti dichiari donatrice di organi “post-mortem” è un messaggio molto importante che mandi agli amici e, nell’augurarti di vivere cent’anni in salute con i tuoi cari, ti dico che la scelta che hai fatto non può che farti onore.
Quella semplice firma sulla “donor card” vuole anche significare che il messaggio di cultura, di civiltà e di solidarietà sulla donazione degli organi sta finalmente permeando la società sarda anche grazie al libro di Francesco Abate e Valerio Mastandrea, che ringrazio ancora per averlo scritto.
Credo, carissima Maria Antonietta, che sia anche grazie all’amore, alla dolcezza, alla sofferenza e al sorriso descritti in maniera magistrale in questa grande storia che è “Chiedo Scusa” se in tanti si sono trovati per la prima volta a tu per tu con il grande dilemma della Donazione degli organi e dei successivi trapianti salvavita.
Nel ringraziare Maria Antonietta per questa scelta, ricordo solo che ad oggi oltre 1.300 sardi che sarebbero morti a causa delle loro patologie sono invece vivi e conducono una vita dignitosa, grazie ad un trapianto di un rene, di un cuore, di un fegato o di un pancreas.
E tutto questo nella nostra Regione, la Sardegna, in particolare presso l’ospedale “G. Brotzu” di Cagliari, che non avrà recinzioni a prova di bomba (vedi un gregge di pecore che nei giorni scorsi è entrato nei giardini), ma che ha sicuramente del personale (infermieri, tecnici, medici ,ecc) eccezionale, che lavora 24 ore su 24 e senza Natali o Ferragosto quando c’è una Donazione ed un trapianto da fare.
Come dice il capocomico del gruppo “La Pola”, Massimiliano Medda: “Io sono donatore ma fora de pressi” (tradotto per i non sardi: “senza fretta”).
Credo che in Sardegna si debba arrivare ad avere un potenziale donatore in tantissime famiglie affinché quando dovesse capitare “la disgrazia”, questa possa essere resa meno vana con la salvezza di altre persone attraverso un trapianto.
Ciao Maria Antonietta e grazie infinite per la tua scelta. Chi scrive queste poche righe lo fa perché una famiglia meravigliosa ha fatto sì che la Donazione degli organi di un congiunto lo potesse salvare da morte certa a causa di una cirrosi da epatite B.
Giuseppe Argiolas