Quante storie: “M’immemorai” (audiopoesia)
Siamo davvero onorati di poter ospitare oggi sulle nostre pagine la scrittrice Savina Dolores Massa.
Ad introdurre lei e una sua poesia in questo spazio è Gaetano Marino, al quale stavolta spetta l’onere di dare voce a parole che non vogliono certo suonare come carezze.
Buon ascolto!
All’una e vento ci si può svegliare
stupiti
di un’urina fuggente fino agli orti del lenzuolo,
ticchettìo sul pavimento
pendolo,
impiccata la volpe ladra alla campagna.
Non sgocciola poesia d’amore la paura
Il livido all’inguine battuto dal martello,
incudine e chiodo,
chi geme più forte è schiavo inutilmente
La rondine che si schianta a un muro nel ritorno
è leggera e ricordo indelebile
quanto l’impronta lasciata nella mano che la coglie
Si annerisce il mare per pagare il lusso amputato delle ali
Solo alla fine del lungo corridoio della pupilla
si apre ancora la porta della casa in cui si è nati,
no, non temono alcun buio le ortensie
nate uguali solo nel colore
ai topi rosa
scoperti una mattina a guardarsi l’un altro la bellezza
soppressa,
e bastò un piede