Quanto costa andare a Palermo in treno? Storie di ordinaria follia

 

 

 

Il titolo non fa riferimento al famoso film dell’81 di Ferreri, ma è uno dei drammi che affligge chi vuole usare il treno per spostarsi nei giorni in cui la biglietteria ferroviaria è chiusa. Vi raccontiamo, simulando la disavventura, cosa succede a chi dovesse recarsi a Palermo, da Bagheria nei giorni festivi o in orario di chiusura delle biglietterie, ma prima di iniziare il racconto, si ricorda che per il biglietto basterebbero appena 2,25€ per l’andata e altrettanti per il ritorno.

Ciak, si gira …

Stazione ferroviaria di Bagheria, domenica, ore 15, biglietteria chiusa e sulla vetrata dello sportello un documento con l’elenco di tutti i punti vendita dei biglietti ferroviari. Nessun accogliente “benvenuto” per i nostri turisti, solo una fredda e vandalizzata “macchinetta” che potrebbe consegnarti l’ambito biglietto. Biglietteria chiusa? Si passa al piano B: vai con la “macchinetta” ed evviva la tecnologia! A fronte di un lacunoso servizio ferroviario è bello trovarsi a portata di mano una soluzione tecnologicamente all’avanguardia, ma sorge già un primo problema: la macchinetta non accetta monete, solo banconote da 5 o 10 o 20€ e il diabolico attrezzo comincia a essere antipatico … prontamente “ingoia” la banconota, ma non dà alcun segno di restituire né il dovuto resto né il biglietto ferroviario. Il povero viaggiatore sbalordito e avvilito è invogliato a sfogare tutta la sua frustrazione contro l’attrezzo misterioso, ma il buon senso prevale e si rimandano a domani le spiegazioni sia della mancata erogazione del biglietto sia dell’aver, per intero, ingoiato la banconota. Civilmente, somatizzando la rabbia, il nostro viaggiatore attende il treno e, salito in carrozza, si premura di chiedere al controllore di fare il biglietto, spiegando che la macchinetta in stazione era guasta, ma si sente rispondere che queste biglietterie tecnologiche hanno sempre qualche problema e che, oltre alle 2,25€ della corsa per Palermo, deve anche sborsare una sopratassa di 5€ perché acquista il biglietto quando già in carrozza … la legge è legge! Il giorno dopo il nostro sfortunato viaggiatore, mosso dal fatto che l’andata a Palermo sia costata un po’ troppo, un peccato che grida vendetta, si reca presso la biglietteria della stazione ferroviaria bagherese chiedendo la restituzione della banconota “inghiottita” dall’indiavolata macchinetta. Prontamente, l’addetto chiede con freddezza se ha le prove o una ricevuta testimoniante la mancata erogazione, come se una telecamera a circuito chiuso puntata proprio sulla macchinetta non rappresentasse già una fonte infinita di prove. Raccontando con insistenza che la macchinetta non ha dato nessun segno di vita, figuriamoci una ricevuta, il nostro viaggiatore si sente dire che il servizio offerto dalle macchinette poste in stazione è gestito da una ditta esterna alle Ferrovie e che bisogna ritirare e compilare un apposito modulo per richiedere il rimborso, che forse la ditta responsabile erogherà dopo i dovuti accertamenti. Tornando al titolo del film “Storie di ordinaria follia”, preso in prestito dall’articolo perché elemento d’ispirazione per la sua stesura, suggeriamo caldamente ai nostri concittadini e turisti di evitare di impugnare davvero una mazza da baseball e rompere tutto, ma di adoperarsi (come cerca di fare LaboratorioB) affinché questo grave disservizio riceva finalmente (anche se il periodo estivo è ormai terminato) le dovute attenzioni delle Ferrovie: loro sanno che le macchinette per la stampa dei biglietti non funzionano (la stessa storia sembra ripetersi in tutte le stazioni non presidiate), ma non rimediano a ripararle.  Prendere a calci la macchinetta ingoia banconote, oltre ad essere un gesto incivile, crea solo un ulteriore danno al nostro portafoglio perché danneggia le calzature, piuttosto diamoci una svegliata e pressiamo nel richiedere il rimborso e, soprattutto, nell’attivazione di un doveroso e civile servizio, così da far comprendere alle Ferrovie, semmai fosse necessario, che … ca nisciun è fesso!

 Giuseppe Manzella – LaboratorioB

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