QUANTO VALE LA NOSTRA SALUTE E SOPRATTUTTO LA NOSTRA VITA?
Lamentarsi in piazza e sfogare il proprio disappunto su qualche giornale serve a molto poco.
Sono invece le Istituzioni sulle quali puntare le rimostranze pretendendo il rispetto di un diritto
di Ernesto Bodini (giornalista scientifico e divulgatore di tematiche sociali)
Rispondere alla domanda del titolo è come voler rispondere ad una seria provocazione, ma in realtà ritengo che non sia una vera e propria provocazione, e il fatto che i cittadini (ad eccezione dei benestanti) siano soliti lamentarsi soltanto in piazza o rivolgersi ai mass media, non significa che non esistano determinate responsabilità… che andrebbero perseguite. Questa spada di Damocle, ovvero il SSN che sta scivolando nel baratro per essere assorbito in gran parte dalla Sanità privata, incombe su tutti noi ogni giorno di più a dimostrazione del fatto che molti pazienti non riescono ad ottenere determinate prestazioni, sia a causa delle interminabili liste di attesa e sia perché gli stessi non segnalano per iscritto (denuncia cautelativa) alle Istituzioni di riferimento che non sono in grado di garantire le prestazioni che vengono prescritte in tempo utile dai medici: visite specialistiche ed esami strumentali di accertamento finalizzati a stabilire le cause originate dalle più diverse sintomatologie che, se si dovessero aggravare nell’attesa, la salute e la vita del paziente potrebbero compromettersi. Per quanto riguarda il Piemonte si prenda ad esempio la necessità di sottoporsi ad una colonscopia che, come tutti sanno o dovrebbero sapere, è una indagine (invasiva) non convenzionata ovvero, o la si ottiene presso un ospedale del SSN (previo contributo di un ticket se non si è esenti) oppure presso una Struttura privata previo pagamento della relativa parcella, oltre al relativo referto dell’istologico. Ma se la o le responsabilità sono addebitabili alla politica-gestionale e quindi agli amministratori pubblici, per estensione lo sono in parte anche agli stessi cittadini che, come ripeto ormai da molto tempo, non intendono avvalersi degli artt. 32 e 3 della Costituzione e contestualmente delle Leggi che regolano determinati diritti in fatto di salute. A questo riguardo in questi ultimi tempi è stato scritto moltissimo sul SSN e sul Welfare, ma ho ragione di dedurre che la stragrande maggioranza non ha letto e non legge, e di conseguenza non sa cosa può pretendere dalle Istituzioni e cosa può contestare alle stesse. Questa inerzia che definirei “irresponsabile” si configura nel non sapere, e peggio ancora il non voler sapere, ma non ci si può lamentare di un qualcosa se non si conoscono origini e cause; ecco che allora il sistema (più popolarmente noto come “l’andazzo”) si perpetua con le conseguenze che constatiamo ogni giorno. Due modeste pubblicazioni del 2023 che fanno “più o meno” il punto della situazione, sono da citare “Chi ci curerà – Appunti sul futuro della sanità pubblica” a cura di Paolo Nucci e Rosanna Magnano (Ed. 24 Ore – Radi24, 2024, pagg. 142), e “Sanità e Welfare” di Giuliano Masiero (Ed. Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport, pagg. 99); due tascabili che sia pur sinteticamente pongono in luce alcuni aspetti attuali ed altri sul futuro della Sanità pubblica. Ma da una attenta lettura non ho rilevato utili consigli per il lettore (cittadino potenzialmente paziente) su come affrontare in modo deciso e concreto ogni volta che non riesce ad ottenere dal SSN. Probabilmente non spetta agli autori di dette pubblicazioni, anche per via della impostazione editoriale; tuttavia, qualche suggerimento su come il cittadino possa orientarsi sarebbe stato gradito conoscerlo. Lungi da me il “colpevolizzare” i suddetti, ma allo stesso tempo per quanto si legga ovunque, rimane quel vuoto che consiste su come prendere la mano del cittadino-paziente e accompagnarlo verso la meta, aiutandolo con ogni mezzo possibile ad ottenere quanto il suo medico di famiglia gli ha prescritto in ricetta, specie se in tempi brevi. Detto questo, esorterei tutti i lettori e i cittadini in genere ad essere più informati, e ad avvalersi dei riferimenti costituzionali e legislativi di cui ho fatto cenno, diversamente in caso di difficoltà nel prenotare una visita specialistica od un esame, costoro saranno in parte destinati alle ormai note tre opzioni: attendere pazientemente una data… ad oltranza per una possibile prenotazione, rivolgersi alla sanità privata pagando la prestazione, o addirittura rinunciare a farsi curare. E questo è quanto ci garantisce il SSN con la Riforma universalistica 833/1978? Non posso quindi che dedurre che sono molto preoccupato personalmente e per le future generazioni, e non solo per le carenze sanitarie ma anche per altre di varia natura, come ad esempio la non garanzia della di noi incolumità.