Raccontonweb: “Il serenizzatore” di Marcella Onnis
Cari amici, questa settimana vi proponiamo un altro racconto della nostra Marcella Onnis.
Prima di lasciarvi in compagnia del suo brano, vi ricordiamo che anche voi potete alimentare questo spazio. Come? Scopritelo leggendo il regolamento di Raccontonweb.
Il serenizzatore
Fu così che, scherza scherza, il sig. Enrico Gamberini si ritrovò a fare il serenizzatore. Sempre più spesso, infatti, negli ultimi anni gli era capitato che le persone ne lodassero il tono di voce conciliante, la contagiosità del suo sorriso e del suo buonumore, il potere rincuorante delle sue parole. Le prime volte non aveva dato troppo peso a tali osservazioni, ma essendo diventate queste sempre più frequenti, fu quasi costretto a riflettervi.
Alcune sue convinzioni, del resto, rendevano del tutto naturale questo approccio verso gli altri: credeva, ad esempio, che il sorriso non costi nulla ma possa invece far guadagnare qualcosa; o, ancora, era fortemente convinto che se il bicchiere lo si vede mezzo pieno, resta pure mezzo vuoto ma, se non altro, il sapore di ciò che contiene sembra più gustoso.
Così, un bel giorno, insoddisfatto del proprio lavoro, mollò tutto per dedicarsi alla professione per cui aveva capito di essere nato: il serenizzatore, per l’appunto. “Ma cos’è mai un serenizzatore?” gli domandavano pressoché ogni giorno. “È colui che per mestiere aiuta le persone a trovare o ritrovare la serenità” rispondeva a ciascun interlocutore senza mai mostrare segni d’impazienza né di cedimento. “E funziona?” a quel punto gli chiedevano. “Beh, dipende. Funziona un po’ come con un insegnante: se questo è bravo ma l’alunno non ha voglia di imparare …” Tuttavia, neppure quella risposta riusciva a chiudere l’interrogatorio: tutti volevano, infatti, immancabilmente sapere quanto si facesse pagare per i suoi servizi. Al che lui, immancabilmente, restava di stucco: com’era possibile pensare che si potesse dare un prezzo alla serenità?!
Per le sue prestazioni non domandava mai un compenso, eppure finora era sempre riuscito ad arrivare a fine mese ché quanto a doni, in danaro o in natura, i suoi assistiti erano sempre stati più che generosi. E nei pochi momenti di magra si consolava pensando a chi, un giorno, se la sarebbe passata peggio di lui: quei poveretti del Fisco a cui sarebbe toccato inventar gli studi di settore per la professione di serenizzatore.
ironica e spiritosa; mi ha messo di buon umore. Grazie
Davvero felice di averti messo di buon umore!
Sì, concordo con Emanuela, Marcella, hai elargito buonumore con questo breve racconto, proprio come il suo protagonista.
un sorriso….. quello che ci vuole! Grazie Marcy!
felice di avervi fatto sorridere!