Rai quale futuro?
Un giudizio durissimo quello sulla Rai che arriva dalla ricerca dell’UPA – Utenti Pubblicità Associati, “Rai quale futuro?”.
Lo studio, commissionato da UPA ad AstraRicerche è stato realizzato tramite un questionario proposto a 4.000 tra imprenditori, marketing manager, comunicatori, giornalisti e opinion leader. Alla presentazione dei risultati il presidente dell’UPA, Lorenzo Sassoli de Bianchi, ha dichiarato che “sentiamo la responsabilità di occuparci della Rai sia per il ruolo che svolge nel Paese sia perché gli investimenti pubblicitari rappresentano il 50 per cento delle entrate della tv pubblica. Dalla ricerca risulta come opinione diffusa che oggi la Rai è indifendibile per la lottizzazione che la contraddistingue, per arretratezza culturale. È un’azienda rassegnata perchè sembra non credere al cambiamento”.
Il 50 per cento degli intervistati sostiene che la Rai è un’azienda senza rimedio. E che è ricca di risorse tecniche e di professionisti, ma poco di manager. Non mancano però esempi di vitalità: il varo dei canali digitali tematici malgrado i pochi investimenti e lo sbarco sul web anticipando i concorrenti.
Ma come riformare la Rai? Circa un quarto degli intervistati reputa inutile la riforma; mentre tre quarti crede che sia possibile. Dalla ricerca emerge una grande domanda di efficienza: sarebbe necessario separare la gestione dalla fattura dei programmi. Tra le proposte, una rete senza pubblicità e finanziata solo dal canone per poter sviluppare programmi e contenuti di taglio culturale sperimentale senza dover fare i conti con le audience.
Il 70 per cento dice no alla privatizzazione perché in Italia non c’è un soggetto abbastanza ricco per acquistare la Rai, quindi ci vorrebbe una cordata e questa ipotesi è considerata negativa dalla maggior parte degli intervistati. “La Rai deve restare pubblica, siamo contrari a qualsiasi privatizzazione tipo Alitalia”, ha dichiarato Sassoli. “Il servizio pubblico garantisce la democrazia. Sarebbe difficile pensare all’Italia senza la Rai, però è importante ipotizzare una governance che la allontani dalla politica e la protegga dalla lottizzazione”.
Nelle conclusioni una proposta per un modello ideale per una nuova Rai. Secondo Sassoli la formula migliore per la tv di Stato “sarebbe il conferimento a una Fondazione che diviene proprietaria dell’ente pubblico, con uno statuto che rifletta l’attuale contratto di servizio. Con un Consiglio di indirizzo, controllo e garanzia che definisca le strategie e ne controlli il rispetto”.
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