RESOCONTO DEL CONVEGNO SU DONAZIONE E TRAPIANTO DI ORGANI A CAGLIARI

 

 

 

 

 

Il 7 aprile si è svolto a Cagliari un convegno organizzato dall’associazione di trapiantati Prometeo AITF ODV. Il primo relatore è stato il dott. Aldo Giacardi, chirurgo con passata esperienza presso il Centro trapianti di fegato delle “Molinette” di Torino, che ha raccontato la storia dei trapianti dai suoi esordi pionieristici fino alle ultime innovazioni. Dopo di lui è intervenuto il nuovo coordinatore del Centro regionale trapianti (CRT) Lorenzo D’Antonio, per il quale il miglioramento dei risultati nel campo delle donazioni e dei trapianti di organi richiede un salto culturale da parte della popolazione ma anche delle istituzioni e degli operatori sanitari. Pur consapevole delle difficoltà che incontra tutto il sistema sanitario, non solo quello regionale, D’Antonio è convinto che la Sardegna possa contare su professionalità e ambienti tali da raggiungere – con il lavoro congiunto di istituzioni, operatori sanitari e associazioni – i risultati delle regioni più virtuose.

 

 

Il prezioso ruolo delle associazioni è stato ribadito dal dott. Massimo Cardillo, nella foto, alla sua seconda uscita pubblica come Direttore del Centro nazionale trapianti (CNT), che ha anche indicato le tre parole chiave per riuscire a ridurre il divario tra persone in attesa di trapianto e organi disponibili, ancora di gran lunga insufficienti: prevenzione, ottimizzazione e innovazione. Sul dramma dell’attesa per un nuovo organo si è soffermato il presidente della Prometeo Giuseppe Argiolas, ricordando che nel 2018, in Sardegna, 7 persone sono morte in attesa di un fegato: un numero inaccettabile, che l’Isola deve fare in modo di non replicare. Come già anticipato dal Direttore del CNT, anche il dott. Giacomo Mascia, nefrologo del Coordinamento trapianto renale dell’ospedale “G. Brotzu” di Cagliari, ha spiegato che esiste un notevole margine di miglioramento anche nel campo dei trapianti di rene da vivente: sfruttare di più questo potenziale consentirebbe di ridurre notevolmente le liste di attesa. Altra potenzialità da sfruttare in Sardegna è la donazione a cuore fermo, ha evidenziato il dott. Fausto Zamboni, Direttore della Chirurgia generale e del Centro trapianti di fegato e pancreas del “G. Brotzu”. Dopo aver ricordato le misure di potenziamento del suo Centro realizzate con l’attuale direzione aziendale, Zamboni ha espresso l’augurio che la nuova Giunta regionale sappia tenere nella giusta considerazione l’attività trapiantistica svolta in Sardegna unicamente da questi ospedale. Per quanto riguarda l’attenzione politica a livello nazionale, una mano tesa è giunta dall’on. Andrea Frailis, recentemente eletto in Parlamento, che si è dichiarato pronto a raccogliere i bisogni della popolazione sarda anche in questo ambito e ad attivarsi perché arrivino le dovute risposte, pur consapevole delle difficoltà che incontrerà: in questo momento, ha rimarcato, «”solidarietà” è una parola che, non solo in Parlamento, non viene molto pronunciata e viene addirittura vista con fastidio».

A introdurre la parte del convegno dedicata alla “vita da trapiantato” è stato lo scrittore e giornalista Francesco Abate, trapiantato di fegato, che ha ricordato l’importanza dei familiari in questo percorso di rinascita: «La nostra vita è andata avanti e in meglio grazie ai donatori, agli operatori sanitari ma anche agli uomini e alle donne che ci hanno affiancato». Hanno poi parlato dei farmaci per i trapiantati il dott. Matteo Piras della Farmacia ospedaliera del “G. Brotzu” e la dott.ssa Laura Mameli, gastroenterologa del Centro trapianti di fegato e pancreas dello stesso ospedale. Il primo ha spiegato con ricchezza di dettagli la differenza tra farmaco brevettato (anche detto originale, brandizzato, di marca…) e farmaco equivalente (o generico), mentre la seconda ha fornito ragguagli e rassicurazioni sul passaggio – attualmente in corso per centinaia di trapiantati sardi – dall’immunosoppressore Tacrolimus brevettato (Prograf) a quello equivalente (Adoport), aggiudicatario della gara per la fornitura gratuita da parte del Sistema sanitario regionale. Consigli sui corretti stili di vita, soprattutto sull’importanza dell’esercizio fisico, sono, invece, arrivati dal dott. Stefano Dedola, chirurgo ed ex responsabile del Day-hospital del “G. Brotzu” per il follow up dei trapiantati di fegato e pancreas, e dalla dott.ssa Debora Fadda, docente di Educazione fisica. Da quest’ultima, in particolare, è arrivato l’allettante invito – valido per tutti, non solo per i trapiantati – a imparare ad ascoltare il proprio corpo e a sperimentarne le potenzialità, che sono molte più di quelle che noi crediamo.

 

 

A chiudere l’ultima sessione dei lavori è stato il presidente dell’AITF nazionale Marco Borgogno, che ha rimarcato il motivo che spinge tanti trapiantati come lui a impegnarsi nel volontariato e nell’associazionismo: «Chi ha avuto un dono come il nostro deve rendere qualcosa agli altri».

Nel pomeriggio della stessa giornata si è anche svolta l’assemblea dei soci della Prometeo per la discussione e approvazione del bilancio consuntivo 2018. Il commercialista Danilo Pitzalis e la presidentessa dei sindaci revisori Anna Maria Palmas hanno illustrato in dettaglio il rendiconto di un anno di attività contabile che, come affermato dal presidente Argiolas, di fatto descrive in maniera quasi esaustiva il 2018 anche in termini di attività sociale. I ricavi, al massimo storico, hanno raggiunto una cifra notevole ed è stato anche registrato un discreto avanzo di gestione: un ottimo risultato, riconosciuto dai soci con l’approvazione all’unanimità del bilancio.

Ufficio comunicazione Prometeo AITF ODV
Marcella Onnis

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