Sanremo: vincitori e vinti tra Festival e Casinò
La Riviera di Ponente ha il suo epicentro nella zona che lambisce il confine, un microcosmo climatico baciato da un clima stranamente favorevole che è sempre stato dedito al turismo e al divertimento – con tutto quello che questo mondo si porta dietro.
Non è un caso che il Festival della Canzone Italiana abbia sede proprio qui, in un’area posta proprio ai suoi confini, protesa verso Nizza e la Provenza. E come il Festival – giunto alla sua 72a edizione – Sanremo è conosciuta per il suo tempio del gioco, il Casinò.
Il successo tra palchi scintillanti e tavoli verdi
Diciamocelo francamente: il Festival raramente ha incoronato il meglio della canzone italiana. Ci sono esempi egregi di canzoni che hanno vinto la kermesse e poi sono svanite nel nulla, dimenticate dalla storia salvo che per la caratteristica di essere state meteore: tra le tante, la notoria “Fiumi di parole” dei Jalisse, che a sorpresa vinse il Festival nel 1997, e immediatamente scomparve. E lo stesso è avvenuto all’interno del suo Casinò, con fortune create (e a volte, perdute) sui tavoli verdi delle sue sale vellutate.
Certo oggi non c’è più bisogno di recarsi a un Casinò per provare l’ebbrezza della vittoria. I casinò virtuali offrono possibilità di gioco infinite grazie ai giochi tradizionali da casinò e le slot, e i migliori casinò NetEnt sono leader in questo settore grazie ai software di gioco forniti da questo eccellente sviluppatore scandinavo specializzato soprattutto in slot machine.
Ma quello che si può dire di Sanremo, in tutti i suoi ambiti, e del mondo che ci gira intorno, è questa aria energica, piena di ottimismo e di speranza. Forse perché quando si partecipa a una competizione, tutta l’attenzione del pubblico è focalizzata sul palco e sui primi posti. Anche se il successo non sempre arriva dal fatto di vincere: ci sono mille vincitori morali, che hanno fatto successo anche se sono stati relegati nelle parti basse della classifica della manifestazione.
Da Sanremo ai top delle classifiche
Tanti artisti hanno iniziato la loro carriera da Sanremo, sia dal Festival che da tutte le altre manifestazioni promozionali che circondano questo evento, come Area Sanremo, che nel 2021 ha radunato personaggi quali Piero Pelù e il Maestro Peppe Vessicchio. L’esempio più recente, e risonante, è rappresentato dal successo planetario dei Maneskin – un gruppo che fa glam pop rock cantando in italiano, e si è fatto notare a livello mondiale – finendo per arrivare ad aprire il concerto di una pietra miliare della musica moderna come i Rolling Stones. E solo pochi anni fa, facevano busking per strada.
Ma la kermesse di Sanremo è piena di esempi all’incontrario, che non hanno vinto, ma hanno avuto un successo enorme. Parliamo quindi di canzoni storiche che si sono piazzate malissimo a Sanremo, come “Donne”, penultimo posto nel 1985, che poi invece diventò uno dei pezzi più popolari dell’autore. Adelmo Fornaciari, detto Zucchero, sembrava abbonato a questo destino: l’anno successivo presentò “Canzone Triste”, un brano che ebbe – tristemente – lo stesso successo dell’anno precedente (sotto di lui, solo gli Stadio, con “Canzoni alla radio”).
Oppure di personaggi che dopo un’opaca performance a Sanremo hanno cambiato immagine e sono diventati un fenomeno. Per esempio, un giovane di 24 anni, Michele Salvemini, nome d’arte MikiMix, che partecipò nel 1997 al Festival con una canzoncina insipida, “E la notte se ne va”. Poco successo e poche vendite, e Mikimix sparì. Si ripresentò qualche tempo dopo, con pizzetto, molti capelli e un nome nuovo: Caparezza. Sanremo, come un grande alambicco di un alchimista, a volte aiuta anche a sfrondarsi e a rinascere, trovando così la propria identità di artista.
Perché Sanremo è Sanremo
Questo slogan, che fu utilizzato per promuovere la manifestazione, in realtà è uno dei più azzeccati per definirla. Sanremo in effetti rappresenta tutto questo: un mare di opportunità di avere successo, fallire e rinascere, e forse, questo rappresenta il vero pregio di questa manifestazione che tutti amano oppure odiano, ma non possono ignorare.
Sarà difficile andarci, non fosse altro perché i posti sono limitati, non solo nel teatro ma nell’intero comprensorio, ma provare una volta sulla propria pelle questa atmosfera così carica di aspettative non ha prezzo. Questo è lo spirito e il profumo di Sanremo, e questo è il vero motivo per cui, almeno una volta nella vita, bisogna respirarlo.