Sconcerto per i compensi ai conduttori Rai
di Ernesto Bodini
(giornalista e opinionista)
Già il titolo della trasmissione “Che tempo che fa” si presta a qualche disquisizione, se non altro per l’errata impostazione grammaticale anche se, di fatto, la frase è voluta dai produttori RAI per dare un “effetto” giornalistico-mediatico. Per non parlare della ripetuta ospite (con rispetto di tutti gli altri), sempre ben accolta dal pubblico che alquanto entusiasta la applaude nonostante il suo becero comportamento estetico, ed ancor peggio per le sue volute espressioni gergali a dir poco allusive ai limiti dello scurrile…, anche se il conduttore dà la parvenza di voler contenere la “sconcezza” della sua ospite, la quale una volta “redarguita” finge di correggersi camuffando il richiamo alla compostezza con una o più battute per suscitare ilarità… altro che educazione e rispetto! Se questo è un programma degno di quello che una volta veniva definita “Mamma Rai” (termine oggi per fortuna impopolare), a mio avviso non lo è per nulla e non per essere pudici ma per una questione di stile semantico e propositivo se si vuole, bene inteso, privilegiare e mantenere in essere una più educata ed utile informazione. Ma la mia indignazione va ancora oltre in quanto è di questi giorni la polemica sull’entità contrattuale di rinnovo rivolta al conduttore Fabio Fazio: 2,2 milioni di euro annui per quattro anni. Una cifra esorbitante che grida scandalo ed offesa ai tanti precari in diversi ambiti professionali ed altrettanti disoccupati, oltre alla larga fascia di povertà; per non parlare di eminenti studiosi e ricercatori che riparano all’estero per ottenere quella meritocrazia che in Italia è sempre stata mera utopia. Ora, in merito a questo lauto cachet, bisognerebbe capire con quale metro si misura tale corrispettivo in base alle prestazioni, che risultano essere un certo numero di puntate da condurre, e per quanto si rispetti il lavoro del conduttore televisivo, il suo ruolo non mi sembra essere di gran “fatica” e che tanto meno richieda un particolare grado di istruzione, cultura e intelligenza… Certamente mi si può obiettare che, determinare un programma di intrattenimento per una certa durata e per un certo cachet, alla base ci sono risultati in termini di audience oltre al “sostegno” di sponsor.
Ma tutto ciò è sufficiente per giustificare l’allettante proposta di rinnovo contrattuale offerta dalla Rai al Fabio Fazio di turno? No di certo se si considera inoltre che polemiche e contenziosi sui compensi dei conduttori Rai scaturiscono dal limite introdotto dall’art. 9 delle Legge 198/2016 relativo alla “Procedura per l’affidamento in concessione del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale”. In particolare il paragrafo 1-ter riguarda “Il limite massimo retributivo di 240.000 euro annui, di cui all’articolo 13, comma 1, del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 giugno 2014, n. 89, si applica rispettivamente agli amministratori, al personale dipendente, ai collaboratori e ai consulenti del soggetto affidatario della concessione del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale, la cui prestazione professionale non sia stabilita da tariffe regolamentate”.
Provvedimento che, se rispettato, dovrebbe riguardare anche il conduttore di cui sopra, ed anche se lo stesso rientrasse in qualche sorta di eccezione, a noi non nota, rimane ugualmente lo sconcerto e la vergogna di una Emittenza che dà spazio e denaro, certamente non commisurati al valore reale di chi sa soltanto… semplicemente intrattenere, suscitando applausi e nulla di più realmente utile. A riprova di ciò, basti ricordare che ai tempi del programma televisivo “Non è mai troppo tardi”, a cura della Rai andato in onda dal 1960 al 1968, il conduttore Alberto Manzi non solo ha avuto una certa audience, ma ebbe il merito di “diplomare” un milione di analfabeti italiani. Merito ancorché avvalorato dalla sua umiltà e gran rispetto per i suoi “alunni” (spesso ultra settantenni) che gli hanno sempre manifestato gratitudine ed affetto… e non certamente per il cachet ottenuto!