Se la forestale non riesce a gestire un capriolo…

Una lettrice scrive

Questa mattina, all’interno del parco del Fogliano, c’è stato un avvenimento singolare: il trasferimento di due caprioli! Singolare perché più che di trasferimento si è trattato di una cacciata punitiva di due “pericolosi” ospiti! Due mesi fa uno dei due esemplari, sicuramente per ragioni di aumentata aggressività nel periodo della fregola, ha ferito un collaboratore addetto al recupero uccelli ed animali feriti. Un evento increscioso, senza dubbio! Mentre esprimo solidarietà per lui, non posso non manifestare la mia indignata amarezza ed estrema perplessità per come la direzione ha “risolto” il problema! È la stessa amarezza impotente che ho letto, questa mattina, sul volto di chi a questo lavoro dedica quotidianamente, ed ammirevolmente, energie e cuore. E pensare che la presenza dei due caprioli qui al parco è costato, a qualcuno, ostinata dedizione per tirarli su a forza di biberon dopo l’occasionale ritrovamento…
La decisione paradossale della direzione del parco, diversamente da come io avrei sperato e creduto insieme alla stragrande maggioranza di cittadini, non rende assolutamente giustizia al ruolo insostituibile che la forestale stessa svolge nel nostro paese: il ruolo di soggetto primario e competente per la tutela ambientale! Quando questo accade, se la forestale dimostra di avere problemi insolubili nella gestione di due caprioli al punto da rinunciare, è la sua credibilità che è messa a rischio: da chi aspettarsi affidabilità e competenza per gli ingravescenti problemi ambientali che ci sono e che ci aspettano?
Che cosa succederebbe se un forestale fosse disarcionato da cavallo? Si avvierebbe l’animale al macello? E se un addetto al recupero rapaci venisse da questi danneggiato a chi si affiderebbero i già malcapitati volatili?
E se un lavorante si ferisse nell’utilizzo del decespugliatore cosa succederebbe? Se ne vieterebbe per questo l’utilizzo nel parco? Già, perché si tratta della stessa logica, o illogica, che sottende a queste eventualità.
Un anno fa un cane, sempre della forestale, ha aggredito ed ucciso un capriolo: prevedibile incidente soprattutto quando predatore potenziale (cane) e preda (capriolo) erano costretti a vivere in continua e stressante vicinanza critica … era davvero difficile organizzare la convivenza diversamente da come gestita? Davvero era impossibile pensare ad un recinto accessorio che lasciasse libero il corridoio di accesso alla struttura di recupero, mettendo al contempo in sicurezza l’attività dei collaboratori del parco?
Il corpo forestale è e rimane l’ultimo baluardo a tutela dei nostri residui ecosistemi a rischio. Merita riconoscimento e fiducia. Decisioni di questo genere mortificano le capacità di coloro che sono decisamente motivati nel loro lavoro, rischiano di demotivarne altri e offuscano l’immagine stessa del corpo forestale. Il patrimonio naturalistico italiano ha estremamente bisogno della sua presenza ed affidabilità. Nello stesso parco che assiduamente frequento, la fauna avicola è drasticamente diminuita e ai suoi confini, quasi tutti i giorni, mi è dato ascoltare gli spari dei cacciatori e la recinzione serve ben poco a proteggere gli uccelli che sconfinano; una delle ultime disposizioni ha cancellato la zona cuscinetto tra parco e territorio circostante …. senza dimenticare la condizione tragica del patrimonio boschivo e delle palme presenti nello stesso parco del Fogliano.
Spero vivamente che prevalgano la passione e l’amore per l’ambiente che ho ammirato in persone che ho avuto occasione di incontrare, e spero anche che questa malaugurata decisione, lungi dal costituire un deplorevole precedente, sia riconsiderata e corretta.
Emanuela Verderosa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *