“Se parli ti punisco”. I dipendenti della Croce Rossa sono imbavagliati?
Il Codice Etico della Croce Rossa Italiana torna ad essere protagonista. Qualche settimana fa, infatti, ne abbiamo parlato in uno dei nostri servizi, durante l’intervista ad un amico del militare della Croce Rossa Italiana, Vincenzo Lo Zito.
Secondo il racconto del signor Giuseppe (nome di fantasia) tale codice impone ai suoi dipendenti che se si verifica un illecito all’interno dell’ente bisogna parlarne con la persona interessata prima di denunciare. Questo è quello che non ha fatto nel passato Lo Zito, visto che ha denunciato la Presidente della Croce Rossa Italiana Abruzzese, Maria Teresa Letta.
Oggi, siamo qui per parlare nuovamente di questo codice, in quanto siamo venuti a conoscenza di un ulteriore documento che “imbavaglia” i dipenti di questo ente. Si tratta di un documento dell’ispettorato Provinciale di Grosseto di Croce Rossa Italiana, che rafforza ancor più i temi del tanto famoso codice etico. Se si volesse sintetizzare in un’unica parola questo documento io personalmente lo definirei così: “Se parli ti punisco”.
Il perchè è subito spiegato. Nell'”approfondimento al codice etico” viene specificato che chi esprimerà giudizi denigratori nei riguardi di Croce Rossa o di altri Volontari del Soccorso, tramite il web e in particolare attraverso il portale Facebook, potrà subire un provvedimento disciplinare.
La conclusione è poi ancora più esplicita, in quanto si dice che per affrontare in maniera costruttiva i problemi è necessario discuterne opportunamente seguendo le vie gerarchiche previste.
In parole povere i dipendenti della Croce Rossa se ritengono che un atteggiamento di un superiore sia poco chiaro deve parlarne direttamente con lui e non lo può denunciare, anzi non può neppure commentare il suo dissenso attraverso il web e i socialnetwork.
I dipendenti della Croce Rossa sono già imbavagliati?
Toccherà anche a noi tutto questo?
Giusy Chiello
Redattore Capo