SEMPRE PIÙ IN AUMENTO LE “FASCE DEBOLI” INDIFESE
Una popolazione che andrebbe tutelata da una task force di persone determinate capaci di far fronte alla indifferenza, alla inefficienza e all’egoismo di molti
di Ernesto Bodini (giornalista e divulgatore di tematiche sociali)
Come tutti gli anni, anche quest’anno le cronache ci informano sul “dilemma” degli anziani, una popolazione sempre più in aumento e, in gran parte, persone affette da varie patologie e disabilità. Ma non solo. Anche la solitudine di parte di esse incombe ogni volta soprattutto nel periodo delle vacanze: spesso sono sole e in parte private dei necessari sostegni assistenziali e psicologici… se non anche affettivi. Eppure, nonostante l’era della iper tecnologia, dei più sofisticati mezzi di comunicazione e quindi della tanto decantata futuristica intelligenza artificiale (I.A.), l’isolamento umano pare essere inevitabile. Da questo sintetico quadro iniziale le conseguenze sono diverse e immaginabili, anche perché tra questa popolazione in particolare dei 70 anni in su, vi sono anziani che rientrano in quei 6 milioni di poveri, e le relative conseguenze di altrettanto disagio sono scontate. Ma non basta ancora. Parte di questi anziani sono oggetto di sfruttamento della malavita, che definire senza alcun scrupolo è un eufemismo, tant’è che ogni anno si registrano episodi di aggressione d’ogni tipo, nonostante le Forze dell’Ordine e alcune Associazioni di Volontariato cerchino di arginare il fenomeno in difesa e tutela di questi malcapitati. Ma vogliamo completare il cerchio? Soprattutto in periodo di vacanze estive la necessità di cure mediche e assistenza è molto più frequente, a cominciare dal ricorso ai Proto Soccorso sino all’assistenza domiciliare; per non parlare poi dell’esigenza di ricoveri in strutture quali, ad esempio, le cosiddette RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali), non sufficienti e spesso dai costi non accessibili a tutti. Il tutto aggravato dalle carenze del SSN, oltre al fatto che nella popolazione in genere non mancano l’egoismo nei confronti dei più deboli e quindi spesso il loro conseguente abbandono. Ma come affrontare questi problemi sociali sempre più incombenti e incontenibili? Gli addetti ai lavori delle Strutture Pubbliche e del Volontariato non mancano, ma a mio avviso sono assai insufficienti, anche perché vi sono casi che per effetto della burocrazia e talune incompetenze, necessiterebbero una maggior tutela ad opera (mi si lasci dire senza alcuna remora) da parte di una task force, ossia di una sorta di “templari in versione moderna” determinati per tale obiettivo. Questo mio personale suggerimento non solo fa parte del mio essere anticonformista, ma come più volte ho auspicato sarebbe una possibile iniziale soluzione. Purtroppo non conosco alcun connazionale e tanto meno alcuna associazione votati in tal senso, e a ben poco servono azioni di piazza come cortei, fiaccolate e raccolta firme: la persona abbandonata e a rischio “sfruttamento” necessita la tutela immediata della sua incolumità, ovviamente senza prevaricare il ruolo delle Istituzioni preposte che, come ripeto, sono alquanto insufficienti. Mi rendo nel contempo conto che potrò sembrare troppo idealista e forse anche impopolare, ma ciò non toglie che il suddetto suggerimento non sia praticabile. Purtroppo il difficile è individuare che si potrebbe prestare a tele impegno. Aggiungo inoltre che tra le “fasce deboli” oltre alle persone anziane vi sono tutti quei soggetti minori e disabili seguiti da personale non sempre idoneo alla loro assistenza, tant’è che non mancano episodi di sfruttamento e lesioni i cui responsabili, quando individuati, al massimo vengono sospesi dal loro incarico… e poi non è più dato a sapere se c’é stato un loro rientro oppure l’allontanamento. In questi ultimi decenni stiamo subendo una metamorfosi al negativo, al centro della quale l’entità Persona si va sempre più depauperando, e nulla (o molto poco si fa) per contenere il fenomeno. Ma quali le cause? Per rispondere a questa domanda bisognerebbe mettersi a tavolino, ma credo che nessun politico sia in grado di darne una spiegazione concreta e convincente; mentre sarebbero da prendere in considerazione, come più volte ho scritto, la promiscuità incontrollata della nostra popolazione (residente e non), la troppa facilità di delinquere, il costante e velocissimo progresso dei mezzi di comunicazione (i vari social), le notevoli differenze di vita, il qualunquismo e in gran parte l’inerzia di molti perché credo che nessuno (o pochissimi) si voglia prendere la responsabilità… di tale impegno.
I politici, che sempre pontificano dando ad intendere di essere allarmati, nel concreto fanno ben poco, e intanto tutte quelle fasce deboli cui ho fatto cenno sono alla mercè di una democrazia pressoché inesistente, proprio perché inesistente è il diritto alla loro incolumità. Per concludere, anche se l’argomento meriterebbe ulteriori approfondimenti, suggerisco di non sottovalutare quanto mi sono permesso di suggerire: la Storia dei Templari, terminata nel ‘300, è vero che può essere motivo di ispirazione ma è altrettanto vero che di fronte ad un nostro simile che sta per soccombere, non deve esistere alcun Filippo il Bello e nessun Clemente V (pubblici o privati) per decimare chi per solidarietà può tutelare il debole. Del resto, come sosteneva la filantropa e scrittrice statunitense Pearl Sydenstricker Buck (1892-1973 – nella foto): «La prova della civiltà è nel modo in cui si prende cura dei suoi membri più indifesi».