L’angolo della poesia: “Sepolti vivi” di Carmelo Musumeci
Mentre molti di noi trascorrevano in allegria e all’aperto il Ferragosto, il nostro amico Carmelo Musumeci, rinchiuso tra le mura del carcere di Spoleto, scriveva una lettera a Maria e una poesia dal titolo Sepolti vivi.
Ai suoi pensieri abbiamo voluto dare spazio nell’appuntamento settimanale di questa rubrica per invitare chi è in vacanza a dedicare un paio di minuti a coloro che vivono in condizioni molto difficili. A chi, invece, è di malumore perché è già rientrato in ufficio vogliamo mostrare il lato positivo della propria condizione: la fortuna di avere un lavoro, di aver potuto godere delle ferie e di dover trascorrere tra quelle mura grigie solo alcune ore della propria giornata.
Lettera a Maria dall’inferno
Maria, sono un Senza Dio, un uomo ombra, un ergastolano ostativo a qualsiasi beneficio, condannato dagli uomini “buoni” e “giusti” ad essere cattivo e colpevole per sempre.
E condannato a stare vivo dentro una tomba di ferro e cemento per tutta la vita.
Maria, il mio angelo custode, a volte anche i diavoli ne hanno uno, per il suo compleanno come regalo mi ha chiesto che ti scriva una lettera, ma io non so cosa dirti, però voglio lo stesso provare ad aprirti il mio cuore.
E inizio a confidarti che la speranza e la fede nel mio cuore non hanno mai messo radici e che qui all’inferno le cose vanno male perché molti prigionieri muoiono di carcere e altri si tolgono la vita.
Maria, aiutaci a gridare ai “buoni” che la pena ha forse un senso se è breve, perché se è lunga o dura molto reca danno sia alla società, sia a chi la sconta.
Maria, l’ho detto un po’ a tutti e lo dico anche a te: spesso chi commette un reato lo fa per colpa di una società che non ha saputo evitarlo.
E molti dei “cattivi” non hanno mai avuto una scelta nella vita e continuano a non averla neppure adesso.
Maria, ho due sogni: un fine pena per tutti gli “Umini Ombra” e far diventare buono l’Assassino dei Sogni, come chiamo io il carcere.
E se non mi vuoi aiutare peggio per te, perché farò tutto da solo, come ho sempre fatto.
Maria, la mia vita qui è molto triste, ma allo stesso tempo non è poi del tutto infelice, perché il mio cuore ha il suo angelo e tante persone che gli vogliono bene, però io, a differenza del mio cuore, non ho nessuno e sono solo, contro il resto del mondo e del paradiso.
Maria, tuo figlio predicava di ripagare il male con il bene, ma i buoni non hanno capito e rispondono al male con altro male.
Maria, sai una volta ti ho sognata, che mi baciavi e mi abbracciavi, ma era tanto tempo fa, quando ero ancora buono.
Era solo un sogno e i sogni più belli non si realizzano mai, forse perché smetterebbero di essere sogni.
Maria, salutami tuo figlio è digli che gli è andata bene, perché se fosse nato di questi tempi gli avrebbero dato l’ergastolo ostativo e l’avrebbero condannato a essere un Uomo Ombra per sempre, fino all’ultimo dei suoi giorni.
Madre, l’Assassino dei Sogni mi tiene prigioniero, ma non riuscirà mai a prendermi il mio cuore e i miei pensieri.
Ti mando un bacio e ti dedico questi versi:
–
Sepolti vivi
Fine pena
mai.
Vite morte
Vive.
Futuro senza
fine.
Vite agitate
Vive.
Pena senza
fine.
Vite sprecate
vive.
Fine senza
fine.
Vite sepolte
vive.