Si all’energia alternativa: boicottiamo le auto inquinanti
Ormai è risaputo che l’aria che respiriamo quotidianamente non è così pulita come qualche centinaio di anni fa e ci siamo in un certo qual modo rassegnati al fatto che ormai l’inquinamento si può ridurre solo in parte. I gas di scarico delle auto, infatti, non potranno essere eliminati dall’aria, perché ormai nessuno di noi si sognerebbe di andare a cavallo o in carrozza.
L’inquinamento maggiore, si sa, è nelle grandi città, dove, quando il livello di inquinamento è molto alto, viene vietato ad anziani e bambini di uscire di casa, è obbligatorio per la maggioranza dei cittadini indossare la mascherina ed è inoltre consigliabile di non svolgere attività sportiva all’aperto.
Come dicevo prima, sembra non esserci soluzione a questo enorme problema, eppure già tanti anni fa qualcuno aveva trovato il modo per farci respirare un’aria più pulita.
Nel 1996, infatti, negli Stati Uniti, la General Motors aveva prodotto le EV1, auto elettriche molto veloci e silenziose. Queste auto furono rivoluzionarie in termini ecologici, in quanto non avendo tubo di scappamento, non producevano alcun tipo di inquinamento. Oltre a non inquinare, le Ev1 si potevano ricaricare con energia elettrica comodamente nel garage di casa. Dieci anni dopo, però, queste auto del futuro sparirono. Essendo automobili solo a noleggio, alla fine di tale contratto le vetture vennero distrutte.
Anche la Nissan, nel 1997, presentò il suo modello di auto elettrica: la Hypermini, che il Municipio Di Pasadena (California) adottò come veicolo professionale per i suoi dipendenti. Quando nel 2006 il contratto di noleggio terminò, il Municipio tentò di comprarle, ma la Nissan non lo permise, così anche queste auto vennero distrutte.
Un po’ di anni dopo, nel 2003, la Toyota decise di iniziare la produzione del Rav 4×4-Ev. Si trattava di una 4×4 elettrica, che, come le sue antenate, poteva essere solo noleggiata. Alla fine del contratto di noleggio, le auto elettriche Toyota avrebbero dovuto avere lo stesso destino delle altre vetture, ma grazie ai cittadini degli USA, questo non avvenne. Venne creata, infatti, l’associazione “Don’t crush” che permise a coloro che avevano noleggiato le auto, di poterle acquistare. Queste, però, furono le ultime Rav 4×4 E-V, in quanto la linea e la batteria delle auto non vennero mai più prodotte.
Perché un così grosso accanimento nei confronti di auto che utilizzano un’energia alternativa?
La risposta è semplice: le “lobbies” delle grandi compagnie petrolifere non vogliono che i veicoli elettrici sopravvivano.
Le sorprese però non finiscono ancora: le alternative alle auto inquinanti non sono ancora terminate.
Esistono auto ad idrogeno e a vapore acqueo, capaci di fare 80 km con un litro d’acqua. L’auto a idrogeno produce come rifiuto il vapore acqueo, e questo significa che è totalmente libera da inquinamento e utilizza l’aria come materia prima per il combustibile.
Ne conoscevate l’esistenza? Io no! Come mai questo tipo di vetture non sono mai state promosse a livello mondiale?
Un’altra scoperta molto interessante risale a più di 100 anni fa. Lo scienziato Nikola Tesla, infatti, trovò il modo di far muovere un motore attraverso l’energia libera, col solo utilizzo di magneti.
Perché anche questo prototipo non viene elaborato ed applicato alle automobili?
Il motivo è sempre il solito: la mafia bancaria e petrolifera che controlla il pianeta. Se non ci fossero i suddetti speculatori, il valore del petrolio si abbasserebbe di brutto.
A chi interessa che il prezzo del petrolio non scenda?
Alle corporazioni e alle industrie petrolifere, guidate da gente potente.
Noi però dobbiamo cercare di essere ancora più potenti di loro.
Ricordiamoci che il petrolio non crea solo problemi atmosferici. Abbiamo già dimenticato quello che è successo nel mar Rosso di recente?
Per fare in modo che il petrolio rimanga sottoterra, cominciamo a fare dei piccoli passi: richiediamo ai nostri rivenditori le auto ad energia alternativa e facciamo in modo che più gente possibile sappia della loro esistenza, fino ad ora oscurata.
Giusy Chiello