Simone Teich Alasia, pioniere della chirurgia plastica, ricordato a Torino
Dedicata al luminare nel trattamento delle ustioni l’aula magna del Centro traumatologico di Torino
di Ernesto Bodini
(giornalista scientifico)
In occasione del centenario della nascita del prof. Simone Teich Alasia, fondatore del Centro Grandi Ustionati e anima della Fondazione Piemontese per le Ustioni all’ospedale C.T.O. di Torino, il 30 gennaio scorso nella Chiesa di San Giuseppe si è tenuto in suo onore un concerto dal brano: “Messa da Requiem di Mozart”, diretto dal maestro Giulio Castagnoli. Contemporaneamente nel medesimo nosocomio è stata inaugurata l’Aula Magna a lui dedicata.
Ma chi era Simone Teich Alasia? Nacque il 29 gennaio 1915 a Budapest, ed era di origine e tradizione ebraica. Iscrittosi nel 1934 all’Università subalpina, si laureò in Medicina e Chirurgia nel 1940. Nel 1944 si unì ai partigiani che, nelle valli piemontesi, si opponevano alla occupazione nazifascista per organizzare con pochi mezzi un piccolo ospedale per curare i feriti bellici. Alla fine del conflitto riprese ad esercitare la professione in alcuni ospedali torinesi, frequentando la Scuola di Chirurgia del prof. Luigi Biancalana (Perugia 1898 – Torino 1973). Appassionato delle Discipline Chirurgiche e particolarmente votato agli approfondimenti scientifici e all’innovazione, si specializzò nel 1949 in Chirurgia Generale; contemporaneamente fu tra i primi clinici italiani ad interessarsi alla Chirurgia Plastica frequentando i Corsi di perfezionamento e affinando la tecnica nei reparti più importanti del Regno Unito, divenendo assistente nel 1952 in questa stessa disciplina all’ospedale Maggiore di Milano, e dal 1953 all’ospedale San Vito di Torino. Completò la sua formazione specializzandosi in Anestesiologia e Rianimazione nel 1952, mentre l’anno successivo seguì un Corso di perfezionamento sulla Chirurgia riparatrice e ricostruttiva in traumatologia alla Facoltà di Medicina di Parigi, frequentando il reparto dei Grandi Ustionati. Nel 1955 conseguì la specializzazione in Chirurgia Plastica, divenendone Libero Docente nel 1959. Dal 1966 al 1985 con determinazione ed autorevolezza diresse il Reparto di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed il Centro Grandi Ustionati dell’ospedale C.T.O. di Torino; fu consulente dei progettisti del Centro tanto da far realizzare un reparto decisamente innovativo nel layout e nell’organizzazione.
Al suo attivo sono oltre 200 le pubblicazioni su riviste nazionali e internazionali, ed editor di libri di testo; produsse linee direttrici del suo pensiero scientifico che concretizzò nel metodo sperimentale, soprattutto nello sviluppo delle tecniche di innesto cutaneo; ebbe particolare attenzione per il dettaglio come pure passione per l’analisi fisiopatologica, sostenute dal desiderio di migliorare la qualità della vita dei pazienti. Operatore instancabile e di indole creativa, sviluppò con pratica quotidiana chirurgica una notevole esperienza professionale, che seppe trasmettere a molti allievi; dotato di una particolare intraprendenza organizzativa, fu maestro molto amato dai suoi pazienti ai quali dedicava attenzione ed impegno. In qualità di presidente della Fondazione Piemontese per gli Studi e le Ricerche sulle Ustioni – onlus (fondata nel 1983) realizzò importanti campagne di prevenzione delle ustioni in ambiente industriale e civile; organizzò corsi di formazione per il primo soccorso, favorì la realizzazione di 95 progetti di ricerca forieri di significativi contributi a sostegno della Ustionologia. Finanziò ed assegnò Borse di Studio a giovani ricercatori, trasmettendo loro l’amore per la ricerca e il rigore etico e scientifico, ma soprattutto fu sempre il loro punto di riferimento e di appoggio scientifico e culturale. In una intervista rilasciata nel 2003 a Piero Bianucci de’ La Stampa, alla domanda: Qual è il suo messaggio, guardando al lavoro fatto nei vent’anni della Fondazione e a ciò che rimane da fare? Rispose: «La speranza per quelle persone che credono di essere rimaste sole con la loro menomazione. Non sono sole. Si può fare qualche cosa. Oggi cerchiamo di curare le cicatrici invalidanti, domani forse potremo prevenirle». E ciò, intendendo un impegno nell’approfondire tutti gli aspetti ancora poco conosciuti che riguardano la cicatrice patologica post-ustione: cicatrici patologiche che provocano non solo dolorosi problemi estetici, ma anche gravi danni funzionali, limitando così il reinserimento dei pazienti nella società e nel mondo del lavoro.
Nel 1985, al termine del suo mandato ospedaliero, venne insignito del titolo di primario Emerito, e Commendatore della Repubblica Italiana, cui seguì il ruolo di direttore della Rivista Italiana di Chirurgia Plastica dal 1987 1999; insignito della Medaglia d’Argento dalla Sezione Italiana dell’ISBI (Società internazionale per Ustioni) nel 1989, e del premio internazionale Witaker nel 1990. Nel 2005 fu anche insignito del Sigillo Civico della Città di Torino, che lo annovera tra i grandi torinesi.
Si può concludere questo doveroso ritratto evidenziando la sua figura di uomo di profonda cultura, amante dell’arte e della musica, coltivando amicizia e benevolenza tanto da ottenere stima e ammirazione da chi ebbe la fortuna di conoscerlo, e dalle Istituzioni scientifiche e pubbliche. Morì a Torino il 16 gennaio 2012.