Soleminis (CA): profanata la “Casa dei trapiantati”
di Marcella Onnis
Subire un furto nella propria casa è una brutta esperienza, ma ancor peggio può essere subire un furto in una casa destinata ad ospitare persone bisognose di assistenza per realizzare così il sogno di una figlia strappata troppo presto da questa vita terrena.
È proprio ciò che, purtroppo, è accaduto ad Alberto e Paola Deiana, genitori di Elisa, la donatrice che nel 2004 ha reso possibile il primo trapianto di fegato in Sardegna.
L’orribile scoperta è avvenuta questa mattina quando, come fa quasi tutti i giorni, Alberto si è recato a Soleminis dove l’associazione creata da lui e sua moglie sta costruendo una casa destinata ad ospitare trapiantati, trapiantandi e loro familiari. Di questo progetto vi abbiamo parlato per la prima volta poco più di un anno fa e contavamo di raccontarvene a breve gli sviluppi, invece, ci ritroviamo a darvi oggi notizia di una battuta d’arresto che non può che riempirci di sdegno.
«Da alcuni giorni non andavo in cantiere – racconta Alberto – perché io e Paola siamo stati impegnati con la manifestazione della Prometeo Aitf Onlus [“Sardegna, isola dei trapianti e dello sport”, organizzata a Cagliari dal 25 al 28 aprile scorso, ndr]. Oggi ci sono tornato ed ho trovato la “sorpresa”». Una “sorpresa” che non è esagerato definire “profanazione” – visto il valore anche simbolico di questa struttura – e che include la violazione della casa, il furto del rame utilizzato per predisporre gli allacci delle pompe di calore e danni alle pareti, conseguenti alla violenta sottrazione del metallo. Per riparare questi danni sarà necessario un intervento dei muratori: una spesa che, per le già provate casse dell’associazione, proprio non ci voleva. Per chi non lo sapesse, infatti, quella che tutti chiamano la “Casa di Elisa” è nata e si sta sviluppando senza alcun finanziamento pubblico, solamente grazie ai sacrifici di Paola e Alberto, degli altri soci e dei tanti amici che hanno sposato la loro causa.
L’associazione naturalmente sporgerà denuncia ai carabinieri, ma i coniugi Deiana hanno già una certezza: che non si tratti di qualcuno del posto. Gli abitanti di Soleminis – ci tengono a rimarcare – sono sempre stati solidali con loro e considerano questa casa come un bene della comunità.
In questi tempi in cui anche pretendere il rispetto per i sogni altrui e per i morti è chiedere troppo, sarebbe facile rassegnarsi o, peggio, adeguarsi a questo abbruttimento, ma esistono ancora coraggiose alternative. Ce lo dimostrano proprio Alberto e Paola che – nonostante il grande lutto che li ha colpiti e in barba agli ostacoli, non sempre casuali, che il loro progetto continuamente incontra – non si arrendono. Questa coppia straordinaria continua a lottare, a chiedere e offrire solidarietà, a sorridere e ad amare. A loro, dunque, vanno l’incoraggiamento e l’ammirazione della nostra redazione e de “Il granello di sale”, l’ente che edita questo giornale.
Il compito di fare ipotesi ed emettere sentenze lo lasciamo alle autorità competenti, a cui auguriamo di poter al più presto far luce sulla vicenda.
A noi altri, spetta, invece, un compito non meno importante: mobilitarci affinché la solidarietà batta il cinismo, cominciando con il porgere la nostra mano all’associazione Elisa Deiana onlus. In questa direzione anche le parole di Pino Argiolas, presidente della Prometeo Aitf onlus: «Danneggiare un’associazione di volontariato è un fatto gravissimo, anche perché rende vani i sacrifici di tante persone che, con il loro 5 per 1.000, hanno voluto aiutare tanti trapiantati che necessitano di un alloggio temporaneo. Rubare non è mai giusto, ma chi ruba a persone che fanno del bene è doppiamente colpevole. Invito tutti i cittadini a sostenere con uno sforzo straordinario l’associazione Elisa Deiana onlus affinché possano essere ricomprati tutti i materiali rubati e riparati tutti i danni subiti. Visti i pochi alloggi disponibili a Cagliari, i trapiantati e i trapiantandi hanno bisogno che questa casa apra quanto prima.»