Sport, divertimento e solidarietà ad Alghero
Lo scorso fine settimana, la Prometeo AITF Onlus ha organizzato ad Alghero una serie di eventi per informare su trapianti e donazione di organi. Dopo l’assemblea pubblica di venerdì e gli incontri con gli studenti il sabato mattina, nel pomeriggio del 23 aprile si è svolto, presso il Pala Corbia, un quadrangolare di calcetto volto a promuovere la donazione degli organi e organizzato in memoria di Giuseppe Meloni, trapiantato di fegato recentemente scomparso, che in vita è stato uomo generoso e grande amante dello sport.
Il torneo – giocato all’insegna della solidarietà e del superamento delle barriere, mentali prima che fisiche – si è aperto con l’incontro tra Special Team Ge.Nu Sassari e Le Aquile di Alghero. Le due squadre si sono confrontate in un combattutissimo match, deciso ai rigori a favore della squadra padrona di casa. Quindi, è stata la volta di Prometeo sport e Shardan Soccer Oristano, che hanno regalato al pubblico una partita all’insegna del fair play. Da segnalare un bellissimo goal del capitano della Prometeo Carlo Garbarino, che ha guidato i compagni verso la vittoria. Nella finale per il terzo posto gli agguerriti sassaresi hanno battuto gli oristanesi, mentre la Prometeo si è aggiudicata il trofeo che i pronostici ponevano già in mano ai tenaci algheresi.
La premiazione è stata senza dubbio uno dei momenti più toccanti della tre giorni di eventi. Il presidente della Prometeo Giuseppe Argiolas, dopo aver rimarcato che l’associazione «porta avanti un progetto di solidarietà umana», ha ricordato che il torneo è stato un modo per «ricordare un amico, Giuseppe, morto dopo poco più di un anno dal trapianto, perché purtroppo ci sono dei mali che ancora non riusciamo a sconfiggere». Con emozione ha poi raccontato che Giuseppe era «un paziente preso ad esempio dai medici del day hospital, così come la sua famiglia», presente per l’occasione con la moglie Celestina e con la figlia, una bimba di nome Francesca. Assente, invece, per motivi di salute, il figlio maggiore Daniele, che ha avuto comunque una parte importante nelle varie manifestazioni: sue, infatti, le belle illustrazioni utilizzate per le locandine. Dopo la consegna delle targhe alle altre squadre, Argiolas ha chiesto a Celestina Meloni di premiare la Prometeo sport, che per la prima volta si è aggiudicata un torneo.
Nella mattina di domenica si è, invece, svolta la manifestazione “Corri…donando”, purtroppo accolta tiepidamente dagli algheresi, complici forse la concomitanza di altri eventi e la giornata fredda e ventosa. La manifestazione si è aperta con la Santa Messa in ricordo dei donatori, celebrata dal parroco della cattedrale, don Angelo Maria Cocco. Dopo aver ricordato che stiamo vivendo il tempo pasquale e dopo aver richiamato il sacrificio di Cristo, il celebrante ha affermato che «i donatori si assimilano a Gesù perché, donando un organo, amano i loro fratelli». Così facendo, ha detto, mettono in pratica il più grande comandamento che Cristo ci ha lasciato, riportato dal Vangelo di domenica scorsa: “Amatevi come io ho amato voi”. Un pensiero a tema è stato espresso, durante le preghiere dei fedeli, anche dalla dott.ssa Roberta Manca, coordinatrice della Cardioanestesia dell’ospedale “G. Brotzu” di Cagliari, che ha pregato il Signore affinché guidi i trapiantati, le loro famiglie e quelle dei donatori in questo impegnativo percorso.
Hanno partecipato a “Corri…donando” pure l’Avis di Alghero e il gruppo comunale di Emergency. «Donare è vita» ha affermato uno dei responsabili dell’Avis, aggiungendo che c’è bisogno di raccogliere sangue perché «le 30 mila sacche che mancano alla Sardegna le dobbiamo acquistare da altre regioni». E questi, ha aggiunto il presidente della Prometeo Argiolas, «sono soldi che vengono a mancare alla nostra sanità regionale». Una delle referenti locali di Emergency ha, invece, parlato dell’ospedale che l’associazione gestisce a Bangui, nella Repubblica centroafricana, per il quale stanno raccogliendo fondi. In particolare, ha ricordato che dal 1998 non è più possibile fabbricare mine antiuomo, «ma nel mondo ce ne sono ancora decine di milioni inesplose». E quando queste mine esplodono, ha rimarcato, fanno sempre vittime umane, per lo più bambini. Anche a Bangui c’è la guerra, ha raccontato, e il loro Centro pediatrico, operativo 24 ore su 24, arriva a registrare 70 visite al giorno. L’attività di Emergency, però, non si limita alla gestione di strutture come queste, ma include la battaglia per mettere fine a tutte le guerre che, ha ricordato la referente locale, ormai mietono molte più vittime tra i civili che tra i militari.
Foto Prometeo AITF Onlus