Spreco di soldi pubblici a Santa Flavia (Pa): asilo comunale abbandonato

Ci troviamo a Santa Flavia, in provincia di Palermo, e passeggiando per la strada che porta alla “Valdina” (zona di campagna del paese), ci si può imbattere in una struttura molto bella e attrezzata. Si tratta di un asilo comunale, con tanto di giochi sul giardino antistante, arredi interni, estintori, aria condizionata, caldaia e impianto di videosorveglianza. Peccato che i bambini di Santa Flavia e dintorni non possano usufruire di questi locali, visto che l’asilo è chiuso da diverso tempo. Un uomo (Pippo, nome di fantasia) che abita nelle vicinanze, si è avvicinato e ci ha raccontato un po’ la storia: “L’asilo è rimasto aperto per un anno, poi, secondo voci di paese, sembra che sia stato chiuso perché il Comune non era in grado di mantenerlo economicamente. Nel retro –continua Pippo- ci sono anche le cucine per la mensa e delle piscine gonfiabili per i bambini, insieme a tanti altri giochi.”

Perché il Comune di Santa Flavia, invece di utilizzare la vecchia struttura dell’asilo comunale, che è anche abbastanza vecchia e decadente, non utilizza questo plesso?

E poi, perché, se non può permettersi di mantenerlo, perché non da la possibilità ad associazioni o privati di utilizzarlo?

Ancora una volta soldi pubblici sono stati utilizzati inutilmente.

Ma noi cercheremo di andare in fondo alla questione. Cercheremo di contattare chi di dovere per capire il perché i bambini di Santa Flavia non possono frequentare un asilo così ben realizzato e soprattutto perchè un posto del genere debba essere lasciato in mano ai vandali e al tempo.

Giusy Chiello

Redattore Capo

giusy.chiello@ilmiogiornale.org

Foto: Elisa Martorana

2 thoughts on “Spreco di soldi pubblici a Santa Flavia (Pa): asilo comunale abbandonato

  1. Cari tutti, l’asilo non è stato abbandonato dall’amministrazione. In consiglio è stato approvato lo Statuto e presto verrà pubblicato un bando per l’affidamento dell’asilo a privati, dato che il comune non riesce a sostenerne le spese.

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