Il superamento del disturbo d’ansia con l’agopuntura

Dott. Giuseppe Fatiga

di Ernesto Bodini
(giornalista scientifico)

Curare l’ansia con l’agopunturaÈ sicuramente il primo trattato monografico di agopuntura per la cura dell’ansia, quello che il dott. Giuseppe Fatiga, medico torinese, ecografista e agopuntore, ha dato alle stampe in questi giorni. Il volume che si intitola appunto “Curare l’ansia con l’agopuntura” (Casa Editrice Ambrosiana, pagg. 189, € 38,00), con il sottotitolo Dalla Medicina Tradizionale Cinese alle Neuroscienze: sinergia tra sistemi di cura, è ricco di capitoli ed altrettanti approfondimenti, che vanno dalla neurofisiologia al trattamento dell’ansia nei suoi molteplici aspetti. Il capitolo dedicato all’inquadramento del disturbo ansioso secondo l’ottica clinica della Medicina Tradizionale Cinese (MTC) descrive gli aspetti peculiari che la distinguono da quella occidentale: in particolare lo studio degli organi interni (gli zangfu) e delle le varie entità psichiche (ben shen). Ampio spazio viene poi dedicato alle indicazioni più appropriate degli agopunti, ossia l’esatta collocazione degli aghi, dopo aver stabilito il quadro sindromico da trattare. Fino ad arrivare al capitolo in cui viene descritta la metodologia che consente al medico di integrare agevolmente l’agopuntura nella propria pratica clinica. Un contributo particolarmente originale è poi il capitolo in cui sono evidenziati gli stretti rapporti tra l’agopuntura e le neuroscienze, per concludere infine con l’agopuntura auricolare, una disciplina certamente più giovane dell’agopuntura classica, ma che promette importanti ricadute cliniche nel trattamento dei disturbi d’ansia. L’opera è rivolta soprattutto agli addetti ai lavori, in particolare agli agopuntori, agli studenti alle Scuole di Agopuntura e di MTC, ma anche a medici di medicina generale, ai cultori della MTC, etc.; e poiché l’impostazione è scientifico-divulgativa, può essere accessibile anche al profano, soprattutto se dotato di qualche nozione di medicina (fisiologia in particolare) per meglio comprendere la filosofia dell’approccio clinico-terapeutico volto al controllo del sintomo ansia nei casi più indicati. L’autore, di ultradecennale esperienza, ritiene che il “punto debole” dell’agopuntura sia stato, fino  a poco tempo fa, quello di reggersi esclusivamente sui canoni della Medicina Tradizionale Cinese che, per quanto forte di una storia millenaria e di una  pratica su milioni e milioni di individui, ha mantenuto nel tempo un’impostazione “discorsiva” intorno a concetti filosofici e figurativo-allegorici, spiegandosi così perché essa sia stata relegata nell’ambito della cosiddetta “medicina alternativa”. «Se l’agopuntura si presenta in questo modo – spiega il medico-scrittore – non può che uscire indebolita dal confronto con i colossi della Medicina tradizionale, ossia con coloro che nei secoli hanno fatto la storia seguendo le tappe della diagnostica e soprattutto della terapia. E ciò anche se la MTC ha una sua grande storia (ormai universale); per cui se la si vuole valorizzare è inevitabile il confronto – non competitivo ma sinergico – con la Medicina Occidentale». Il punto di partenza del dott. Fatiga è stato quello di inserire l’agopuntura nell’ambito della Medicina basata sull’evidenza (EBM), e significativo è il concetto di agopuntura nell’ambito della Neurofisiologia e delle Neuroscienze, in virtù della sua azione elettiva sul sistema nervoso centrale (SNC), con l’accortezza di valutarne l’efficacia partendo dagli ultimi studi sull’ansia, sia dal punto di vista fisiologico che patologico. Altrettanto interessante è a mio avviso il fatto che l’agopuntura agisca sulle stesse strutture che mediano le risposte di paura e di ansia, in particolare per quanto riguarda le strutture cerebrali.

Dott. Giuseppe FatigaUlteriori studi indagati dal medico-scrittore (nella foto), come si evince dalla approfondita bibliografia, riguardano l’ambito clinico vero e proprio,  con l’utilizzo di metodologie condivise con la farmacologia, e con un approccio propriamente clinico comprensivo della meticolosa semeiotica. Non meno disattesi, nel corso dell’opera, gli studi sull’agopuntura quale strategia terapeutica per il trattamento dell’ansia generalizzata. L’autore (nella foto) sostiene che ci possa anche essere una sinergia importante tra l’agopuntura e la terapia farmacologica… quando indicata. In molte situazioni anche la sinergia tra agopuntura e terapia cognitivo-comportamentale – la psicoterapia più accreditata – può essere particolarmente indicata, soprattutto nei disturbi d’ansia più gravi in cui è compromesso in modo importante il comportamento del paziente (nell’agorafobia ad esempio), secondo il DSM V (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, 2013). Mentre ci sono altre situazioni in cui questa metodica clinica può essere utilizzata da sola… Oggi l’agopuntura è praticata da molti medici in tutto il mondo, apportando notevoli benefici non solo in pazienti affetti da ansia patologica, ma anche in quelli che soffrono di depressione (secondo l’Oms questi ultimi sono circa 300 milioni); e ciò nonostante i lusinghieri risultati siano stati per lungo tempo carenti o messi in discussione… Il contributo del dott. Fatiga, che ha pure una formazione specifica di Medicina Generale, vuole essere anche la dimostrazione del superamento di pregiudizi o ritrosie che, alla luce dei fatti ormai più che datati, trova riscontro un po’ ovunque… anche nel mondo occidentale. Per quanto riguardo la legislazione corrente in Piemonte, ad esempio, tale esercizio rientra nella Legge n. 13 del 23/6/2015, definita “Modalità di esercizio delle medicine non convenzionali” (MNC). Tra queste rientrano l’Agopuntura, la Fitoterapia e l’Omeopatia inserite in appositi Elenchi dei professionisti sanitari esercenti la MNC.

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