TAV Mugello, vertici Cavet condannati per danni ambientali

Condannati i vertici del Consorzio Cavet, controllato da Impregilo, per danni ambientali durante la realizzazione della linea Tav del Mugello, tra Firenze e Bologna. La Corte d’appello di Firenze, nel processo bis, ha inoltre disposto l’obbligo di bonifica e il ripristino dei luoghi per i dirigenti condannati.

I reati contestati riguardano la destinazione delle terre di scavo che, per l’accusa, sono state smaltite in cave o in siti per i quali ci sarebbero state delle certificazioni illegittime. I giudici hanno poi stabilito risarcimenti danni (che saranno quantificati in sede civile) per lo Stato, il ministero, Regione, Comuni e Province del Mugello. Tra i quali anche quelli per omessa bonifica di alcuni dei 24 corsi d’acqua che, secondo l’accusa, sono stati inquinati dai lavori per la linea dell’alta velocità (reati considerati prescritti).

Gli imputati erano 30, 19 le persone condannate. I vertici Cavet Carlo Silva, Pierpaolo Marcheselli e Franco Castellani sono stati condannati a 4 anni e mezzo per traffico illecito di rifiuti. Due anni e un mese di arresto per Alberto Rubegni e Giovanni Guagnozzi per omessa bonifica. Cavet è responsabile civile.

Sempre per Cavet, i giudici hanno stabilito un anno e 11 mesi di arresto per Valerio Piscitelli, Roberto Miccoli e Giulio Frulloni. I giudici hanno poi stabilito per alcuni dei condannati (anche di Cavet) l’interdizione dai pubblici uffici e l’incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione. I lavori per la realizzazione della linea ferroviaria, realizzata da Consorzio Cavet, iniziarono nel ’96 e sono finiti nel 2009: la tratta è di 78,5 km, di cui 73,3 in galleria.

Riguardo le bonifiche “i vertici Cavet – ha spiegato uno dei legali del Consorzio, Giuseppe Zanalla – sono stati assolti per la gestione dei siti di proprietà o gestiti dal Consorzio. Le bonifiche, riguardano quindi siti esterni. Resta poi da capire – ha aggiunto – perché il traffico illecito di rifiuti è stato ritenuto prescritto in alcuni casi e non in altri”.

“Una condanna severa”. Così il pm di Firenze Giulio Monferini ha commentato la sentenza. In primo grado, nel 2009, vennero condannate 27 persone a pene fino a 5 anni di reclusione per reati ambientali. In appello, nel 2011, gli imputati vennero assolti. La Cassazione ha poi annullato nel marzo 2013 quella sentenza ordinando un appello bis.
Fonte: IL Fatto Quotidiano

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