“Teatro a corte” per un Pulcino di latta
Basta un salone, una cantina, un giardino,una libreria, una bottega, un negozio, una cucina, le scale di un condominio,finanche la cuccia del cane o del gatto o del criceto, se poi hai un teatro va bene comunque… insomma, qualunque spazio libero da riempire di idee potrà essere utilizzato e soprattutto è gratuito.… o quasi… al termine dello spettacolo un uomo porterà in giro un logoro cappello…
INFORMAZIONI GENERALI ED ESIGENZE TECNICHE
Al fine di una ottima riuscita dello spettacolo segnaliamo quanto segue:
– potrà essere utilizzato qualunque spazio.
– date le caratteristiche specifiche degli interventi si consiglia la visione ad un numero massimo di 60 ospiti/pubblico.
– tempi di montaggio e smontaggio: 2 ore complessive
LO SPETTACOLO PROPOSTO
MEMORIE DI UN PULCINO DI LATTA
di e con Gaetano Marino
Oramai è fatta, o meglio, s’ha da fare.
Il vizio del mio pezzetto di vanità, quello concesso a ciascuno alla fine del giorno, s’è infilato ben bene tra i corridoi delle mie storie. A questo punto non ho scampo.
Parto dal luogo, come primo atto.
Quel luogo da cui vorrò cominciare sarà nei pressi della collinetta rocciosa del nuovo borgo, e adagiata di sotto alla cenere del sole. È in quel luogo che alberga per parecchi anni il nido del Kaos. Sarà così quel quartiere ameno di dormienti, delle anime sperse pensate fuori dalla città madre di Kastello, a dominare queste memorie nei suoi primi stralci.
informazioni:
Gaetano Marino
tel.3491051841
un frammento
(…) Eppure, se provassi ad avventurarmi nel buio resinoso di quelle mensole, dove le bestiole dimorano scavando case cunicoli, lo spasso sarebbe a portata di sguardo. Le sento, infatti, quelle tignole roditrici, che si rincorrono festose tra gli scafali lignei della mia povera biblioteca. Si amano segretamente, nella confusione della loro follia. Io le ho scovate bisbigliare parecchie volte, davvero, per poi rotolare e scomparire sino al cuore del legno: pare che esso, più sappia di antico e solido, più trovino gioia e desiderio, e si riproducono, incuranti persino allo spasimo. Ah, beata oscurità dei sensi. Memoria del truciolo del tempo ruvidoso, o forse un’emozione agrodolce di segatura? Mah, affari loro, ora torniamo alla fuliggine di questo giorno… dalle Memorie di un pulcino di latta