Testimonianza: Colloquio di lavoro, un bel Pacco di Natale

Oggi pomeriggio ho fatto un colloquio di lavoro, dopo anni di ricerca di un impiego confacente alle mie competenze, senza risultato.
Oggi mi sono imbattuta in un call center.
Era la prima volta che mi presentavo in un call center, ed ho avuto solo la prova provata (ove mai ne avessi avuto bisogno), di quanto sia squallido, avvilente, contrario all’etica, questo settore lavorativo.
La signora che mi ha fatto il colloquio, alla quale ho dato del lei fino alla fine, mi ha fin da subito dato del tu.
Già questo dato basterebbe per inquadrare la situazione: tu mi dai del lei perché io sono io; io posso darti del tu, perché tu non conti nulla.
Mi ha fatto sedere a debita distanza da lei, a due scrivanie di distanza, con la bella scusa del covid.
Mi ha chiesto di parlarle di me. Io ho iniziato a parlare di me, delle mie esperienze, delle mie competenze… ma il mio discorso è durato pochissimo. La selezionatrice ha preso prontamente la parola, per non smettere più di tessere le lodi dell’azienda e bla bla bla.
Poi è passata alle informazioni concrete: orari di lavoro, tipo di contratto e retribuzione.
All’inizio credevo di non aver capito bene. Invece si, mi ha detto proprio così, 5 euro lordi all’ora, con un contratto di collaborazione.
Essendo io una persona di 56 anni, con 32 anni di esperienza professionale, ed essendo una persona con disabilità, per guadagnare 5 euro lordi all’ora, dovrei disdire l’assegno di invalidità di 313 euro mensili, che è incompatibile con il lavoro.
Se si trattasse di un lavoro serio e concreto, ben felice di scrivere all’INPS e comunicare che non devono più mandarmi l’assegno di invalidità, ma con una prospettiva come quella del call center, per 5 euro lordi orari, è logico che non è fattibile.
E ti fanno sentire anche una privilegiata per aver avuto accesso al colloquio.
Sono senza parole.
Giovanna Galasso

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