Torino: arte che vive nei laboratori dell’espressivitá

L’Associazione torinese “La Brezza” (onlus): luce e guida per l’ascolto di chi voce non ha

di Ernesto Bodini
(giornalista scientifico  e critico d’arte)

LA METAFISICA E IL FIGURATIVO NELLE ESPRESSIONI DI FRANCESCO

L’arte come mezzo espressivo per superare ogni barriera (fisica o psicologica), come “sfogo” emozionale, libertà interiore, ed altro ancora. Tali indirizzi mi hanno portato ancora una volta, accompagnato dai volontari dell’Associazione di Volontariato La Brezza, all’interno della Casa CircondarialeLo Russo e Cutugno” di Torino, dove ho incontrato due “ospiti” che, con il loro impegno artistico quotidiano, fanno vivere l’Arte e l’Arte vive per loro… Incontro per la seconda volta (dopo due anni), nel laboratorio dedicato, l’eclettico Francesco G. (già provetto grafico) alle prese con una cospicua produzione di soggetti estremamente figurativi (in parte simbologie inquietanti), attraverso i quali le emozioni si vanno sempre più delineando attraverso la realizzazione di personaggi (a volte commissionati) che rappresentano le Istituzioni, la collettività, la famiglia. Ma la vena artistico-espressiva di maggior dominio richiama l’interesse per la metafisica, una inclinazione che da oltre un decennio lo induce a rappresentare e approfondire quanto va oltre le apparenze; non sensazioni ma interpretazioni di una interiorità ben espressa sia dal tratto che dalla cromia forte ma al tempo stesso contenuta. Ed è su questo particolare orientamento che l’artista merita maggior “considerazione”, poiché tutto ciò che rappresenta la ricerca dell’Io, dell’ignoto o più estensivamente dell’Universo, su tela o su tavola, pare congelarsi senza tempo tanto che la suggestione immediata sembra prevalere sulla dimensione del silenzio. Realtà create dal suo vivere con dignità alla ricerca di uno spazio che possiamo interpretare non solo per l’Arte, ma anche per la libertà di espressione di sentimenti ed emozioni fissati indelebilmente su tela o su tavola con un pennello che non conosce soste…

 

LIBERA INTERPRETAZIONE NEI DISEGNI E NELLE SCULTURE DI CLAUDIO

Particolarmente produttivo Claudio B. nel disegno estremamente figurativo che realizza su tela o su qualunque altra base a lui accessibile, dove le espressioni dei volti se non “inquietanti” sono quanto meno enigmatiche tanto da “imporre” una certa volontà interpretativa. Volti e bocche che si confrontano alla ricerca del rapporto umano, in cui la cromia intensa ma non all’eccesso ne risalta l’effetto compositivo; come pure il carattere espressivo di ogni figura originata da un disegno ideativo ne valorizza in qualche modo la presenza. Assai vari i temi, oltre le figure, tesi a richiamare valori ed umori esistenziali in un vortice coreografico che fa di questo autore un artista “iniziato”, avvalendosi di pennellate decorative che sembrano richiamare la speranza di vedere, realizzare, vivere… Ma la sua creatività a mio avviso lascia spazio ad ulteriori orizzonti, poiché va ben oltre estendendo le sue composizioni con la ceramica: manufatti realizzati (in miniatura e in grandezza naturale) con ogni sorta di materiale reperibile o dismesso, sfruttando artisticamente vecchie lampade, piccoli ventilatori arrugginiti, piccole stufe, lattine, piccole valige di plastica ed altro ancora. Scelte e adattamenti che non richiedono una particolare “manualità”, ma indubbiamente lo sfoggio di una libera e non artefatta fantasia lasciando al fruitore ogni possibile interpretazione. Nelle composizioni di Claudio l’arte la si può leggere come una sorta di “evasione” da ogni contesto sociale, come si deduce proprio da quelle realizzazioni in cotto-ceramica, tutte dipinte, che segnano un percorso fatto di piccoli passi artistici (che necessitano ancora di un lungo percorso), ma anche di una diretta testimonianza di essere e soprattutto di esistere.

 

 

Le due immagini fanno parte della raccolta fotografica “Spazi…IO alle sensazioni”, realizzate nei laboratori di arte della casa circondariale Lorusso e Cutugno di Torino

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