Toscana: allarmante aumento dei casi di violenza domestica
Le statistiche diffuse negli ultimi anni riguardo la violenza sulle donne ci forniscono dati allarmanti: dal rapporto Istat “La violenza e i maltrattamenti contro le donne dentro e fuori la famiglia” del 2007 emerge che nella maggior parte dei casi l’aggressore non è un estraneo ma è il convivente, il marito, il fidanzato, un conoscente; è esemplificativo il dato riguardo allo stupro: il 69,7% degli stupri è opera del partner, il 17,4% di un conoscente, e solo il 6,2 % è opera di estranei.
Sono 6 milioni e 743mila in Italia le donne che hanno subìto almeno una violenza fisica o sessuale nel corso della vita, e il 14,3 % di queste ha subìto violenza dal proprio partner o ex partner. La maggior parte delle donne non denuncia il fatto.
Nelle statistiche riguardo ai maltrattamenti e alla violenza parlano per le donne i numeri crescenti di casi di violenze fisiche o psicologiche, sessuali o economiche; numeri affiancati da percentuali.
I lividi che queste donne portano addosso, invece, raccontano qualcosa di ognuna di loro: Francesca da qualche settimana ha un nome di fantasia e una stanza in una casa-rifugio segreta che nessuno deve sapere.
Giulia veniva picchiata da suo marito ogni giorno, da quasi un anno. Tanto che ormai a lei sembrava una cosa normale, la normale routine di una vita di coppia. Giustificava quello che succedeva pensando che un giorno sarebbe finita, che il grande amore della sua vita, quello che aveva sposato, la sera le tirava calci e pugni solo perché era nervoso, magari perché a lavoro qualcosa era andato male. Giulia ha giustificato suo marito per mesi, ma si raccontava che era solo questione di tempo, che sarebbe tornato l’uomo dolce e premuroso che aveva sposato.
Un giorno tutte quelle botte non le sembrarono più normali, e fu quando intravide la faccia del suo bambino di 2 anni che, scalzo e in pigiama all’angolo della cucina, piangeva guardandoli, mentre suo marito le rompeva una costola.
Sonia indossa una maglia che non riesce a coprire il colore violaceo dei lividi che ha sul collo e sui polsi: suo marito la costringeva ad avere rapporti sessuali contro la sua volontà.
Le ferite di Elisabetta invece sembrano esserle rimaste impresse nello sguardo: il suo fidanzato non l’ha mai picchiata e non l’ha nemmeno mai spintonata, né sfiorata né violentata, ma l’ha rinchiusa in casa perché temeva che lei lo tradisse, le ha tolto il telefono e l’ha isolata dalla sua famiglia per settimane; l’ha insultata e umiliata per aver messo una gonna, le ha gettato via i vestiti perché “sono vestiti da puttana”.
Una volta le ha sputato addosso perché nella pasta che Elisabetta aveva cucinato per lui non c’era abbastanza sale. Elisabetta ha vissuto per anni credendo di essere una nullità e nella convinzione che tutto questo in fondo se lo meritasse.
Claudia a forza di botte ha parzialmente perso l’udito: dall’orecchio destro non sente quasi più niente.
Simona è stata violentata mentre ritornava a casa, alle 9 di sera, ma nessuno in strada sembra aver visto niente.
Serena ce l’aveva fatta a denunciare quell’ex fidanzato che da mesi, ormai, si appostava sotto casa, la minacciava al telefono e una volta era quasi riuscito a stuprarla; ma la sera di Natale, nell’unico momento in cui lei aveva abbassato la guardia credendo di essere nuovamente al sicuro, concedendogli “solo 10 minuti per parlare”, lui l’ha strangolata.
Francesca, Giulia, Sonia, Elisabetta, Claudia, Simona e Serena sono nomi di fantasia: nessuna di queste donne, per ragioni di sicurezza, ha potuto tenersi il proprio nome nel momento in cui ha deciso di rivolgersi ad un centro di accoglienza per donne vittime di violenza. E nel momento in cui ha denunciato il proprio aguzzino.
Nella Regione toscana e nello specifico nel territorio dell’empolese-valdelsa il fenomeno della violenza sulle donne, soprattutto quella domestica, ha raggiunto negli ultimi anni livelli preoccupanti.
La realtà di accoglienza che segnaliamo per tutte le donne vittime di maltrattamenti che necessitano di sostegno legale o psicologico si trova sul territorio empolese ed esiste dal 2002, è il Centro Aiuto Donna Lilith delle Pubbliche Assistenze Riunite, composto da psicoterapeute, psicologhe, assistenti sociali e avvocati, che solo dal 2007 ha dato accoglienza e sostegno a 200 donne e spesso anche ai loro figli.
Per i casi di emergenza nei quali la donna in difficoltà ha bisogno di abbandonare immediatamente la propria abitazione, Il Centro Lilith offre ospitalità nella propria casa-rifugio, per un massimo di 5 donne. L’indirizzo di questa casa è e rimane segreto per garantire una sicurezza maggiore alla vittima.
Le statistiche che ci fornisce il Centro Lilith di Empoli, relative ad un campione di 200 donne che si sono rivolte all’associazione tra il 2007 e il 2011, ci mostrano che nell’88 % dei casi l’aggressore è il marito o il convivente, e che si conferma essere quella domestica la violenza più preoccupante, anche nel circondario empolese-valdelsa.
Il 48,8% delle donne che chiedono aiuto viene da Empoli, il 6,9 % da Castelfiorentino e da Montelupo, il 5,4 % da Vinci e il 5,3% da Capraia e Limite. Più della metà di loro ha figli a carico, ed il 73% è di nazionalità italiana.
Molto incisiva ai fini della denuncia della violenza o dell’abbandono del tetto domestico è l’occupazione lavorativa della donna: succede spesso, infatti, che la vittima di violenze, se disoccupata, venga ricattata dal partner in quanto unico possessore di un reddito e distolta con ricatti dall’andarsene di casa. La disoccupazione riguarda il 43 % delle donne che si rivolgono al Centro Lilith.
I volontari dell’associazione ci spiegano che il fenomeno della violenza sulle donne ha subìto una preoccupante impennata negli ultimi 5 anni: se si dà un’occhiata agli accessi annui infatti si nota che le donne che si sono rivolte al Centro erano 15 nel 2007, 31 nel 2008, 47 nel 2009, 48 nel 2010 e 52 nel 2011.
Per prendere contatti col Centro Donna Lilith di Empoli si può telefonare al numero: 0571 725156; le operatrici telefoniche sono reperibili e pronte a garantire accoglienza e sostegno 24 ore su 24
Grazia D’Onofrio
Sempre attenta e sensibile. Grazia sei proprio una donna (anzi Donna) da “8 marzo tutti i giorni”
Complimenti Grazia, puntuale e intensa, come sempre .. soprattutto su un tema come questo, di cui purtroppo ancora pochi hanno consapevolezza..