TRA ASSIDUI PRESENZIALISMI E RETORICHE PROMESSE
di Ernesto Bodini (giornalista e opinionista)
E via col vento! Potrebbe essere questo il modo di parafrasare l’andirivieni dei (nostri) politici, leader del nuovo modo di comunicare con quella che loro definirebbero popolarmente: la gente. Un continuo trovarsi fra la gente per il rituale selfie, una sorta di pillola corroborante giornaliera, in merito alla quale fra breve, soprattutto a Matteo Salvini e Luigi Di Maio, potremmo riconoscere una sorta di “laurea ad honorem” in scienza della comunicazione sociale; ma con la postilla del pionieristico distinguo che, a mio modesto avviso, consiste nella scarsissima conoscenza della sobrietà e ed ancor meno dell’umiltà. Inoltre, la dice lunga la presunzione di Salvini, dichiarando pubblicamente che il suo Governo durerà cinque anni, come se avesse la sfera di cristallo: un conto è proporsi un altro è avere la certezza di realizzare e mantenere. È pur vero che sono al Governo da otto mesi, ma è altrettanto inconfutabile che il loro è un continuo far promesse ed esprimere giudizi che, in un contesto di quotidiani presenzialismi, la nazione continua a navigare fra marosi e scogliere sempre più ravvicinate… Volendo dedicare un minimo di attenzione sull’andamento della sanità e dell’assistenza, ad esempio, gran parte dei passeggeri del battello battente bandiera Italiana continua a “vomitare” in quanto impossibilitati a fruire cure e farmaci cui hanno bisogno: a tutt’oggi pare siano 539 mila, ossia il 10,7% dei poveri assoluti. E più estensivamente, il Rapporto 2018 “Donare per curare: povertà sanitaria e donazione farmaci”, promosso dalla Fondazione Banco Farmaceutico onlus e BFResearch, stima in 13,7 milioni i cittadini che risparmiano su visite mediche e accertamenti tant’é che, nel triennio 2014-2016 la percentuale di italiani, tra le famiglie non povere, che ha limitato il numero di visite e accertamenti, è passato dal 24% al 20%. La quota, invece, è aumentata tra le famiglie povere, passando dal 43,4% al 44,6%; queste, inoltre, spendono per le cure odontoiatriche 2,35 euro mensili, contro 24,83 euro del resto della popolazione.
Un quadro che, seppur nella sintesi, mostra quella sorta di “abbandono” delle cosiddette fasce deboli, e se poi si tira in ballo la realtà dei pazienti affetti da malattie rare, della carenza di posti letto negli ospedali e nelle Rsa, delle liste di attesa che non si riesce a sfoltire, il numero dei medici che continua a diminuire, per non parlare anche degli effetti deleteri dello sconsiderato federalismo tale da innalzare un muro tra nord e sud, con sostanziale differenza anche nella durata della vita media, mi sia consentito esprimere il massimo sdegno verso chi pretende di saper risanare un Paese, mentre i nocchieri di questo vascello a malapena sanno reggere il timone per evitare qualche scoglio… sommerso. Non è mio costume lessicale ed espressivo usare ripetute metafore negli articoli, ma poiché da tempo dissento sull’esibizionismo e sulla saccenza di questo o quel politico, credo di aver reso l’idea in modo più ironico soprattutto per centrare meglio il bersaglio e destare maggior attenzione. Alla luce di tutto ciò verrebbe da chiedersi quali possono essere le ragioni che inducono una persona a ricoprire un ruolo di comando di un Paese, avendo come sudditi i suoi concittadini. Personalmente non ho mai pensato sia pur lontanamente di comandare qualcuno, sia perché non sarebbe facile e sia perché mi ritengo al pari dei miei simili… e non superiore! Ora, è pur vero che un popolo ha bisogno di essere governato (l’anarchia è davvero impensabile), ma con quale criterio e con quali capacità di giudizio si manda al potere questa o quella persona? Democraticamente ciò avviene attraverso le votazioni, i referendum, le petizioni, etc.; ma se si vuol fare una attenta analisi si eleggono candidati che hanno più fiato in gola (e corde vocali non infiammate, oltre a qualche sponsor alle spalle), e soprattutto coloro che sanno promettere di mantenere… Mentre ritengo sia più saggio votare per il candidato che promette meno, perché deluderà di meno!