UN ESTRO POETICO CONTRO LE BARBARIE DEGLI UOMINI

Ancora una volta il poeta Pietro Pesare in difesa dei drammi sociali. La semplicità e la schiettezza dei suoi versi come monito e invito alla pace nel mondo.

di Ernesto Bodini (giornalista e critico d’arte)

In tempo di conflitti bellici, soprattutto internazionali, è insolito trovare pubblicazioni letterarie dai versi poetici dedicate. Una “carenza” in parte giustificata e in parte no, sia perché l’estro poetico, quello vero e più puro, va ormai scemando da tempo e sia perché non credo si trovino editori disposti ad accogliere tale dedizione. Ad onorare questa, per certi versi, originale iniziativa ci ha pensato Pietro Pesare (classe 1945), pugliese di nascita ma novarese di adozione, volontario di lungo corso nell’ambito del sociale tout court, che per circa otto lustri si è speso per sensibilizzare e promuovere la cultura della donazione degli organi a scopo terapeutico. Con la raccolta realtà tra poesia e prosa dal titolo Cadono le rondini nella guerra in Ucraina (pubblicazione in proprio, pagg. 87), l’autore anticipa i suoi versi richiamando l’attenzione sul genocidio tra le popolazioni russa e ucraina, ponendo eterni quesiti sull’incomprensibile comportamento umano poiché senza regole ed alcun senso di reponsabilità. «Ma non è mai troppo tardi – sottolinea l’autore nella sua presentazione – per giungere alle opportune riflessioni, dettate magari da un pizzico di intelligenza, lasciando da parte quella ipocrisia che distingue gli uomini di potere, per sentirsi “grandi”, anche a costo di uccidere molti esseri umani e credere di essere invincibili. La memoria non deve considerarsi come un fatto di altri tempi». A questo riguardo ben si inserisce la poesia “Il mondo”, che recita:

«Vivi in questo mondo/, credi nell’uomo, nella Terra/, come fosse la casa di tuo padre/, all’animale ferito che rantola e nessuno vede/, senti la tristezza ed il dolore che ti affligge/ e rimani impotente di fronte allo scempio/ che quotidianamente osservi/. La luce del sole che più non ti riscalda/. Senti il freddo che sempre più ti agghiaccia/ e non ti da più la gioia di vivere/. Tu uomo che senti il dolore/, usa le mani come una vanga/ per rimuovere i cattivi sentimenti/ e ridarti calore/ affinché la gioia torni a farti sorridere».

Un monito-invito a quel despota che sta condizionando e in parte annientando la vita di molti esseri umani, per l’assurda ambizione di salire più in alto su quel trono che un tempo fu dei potentissimi Zar della Russia storica. Questo signore, che l’utore ha definito “Un volto senz’anima”, e che sta prevaricando ogni sorta di diritti umani, non meriterebbe le attenzioni poetiche del Pesare, se non fosse perché le sue odi riflettono la precarietà della popolazione ucraina in particolare, la cui graduale (anche se parziale) estinzione la colloca tra quelle minoranze etniche, che in realtà non sono. Anche per queste considerazioni ben si inserisce la poesia “Memoria per ricordare”, che recita:

«Nella guerra contro l’Ucraina/ Putin con le sue bugie quotidiane/ non può dimenticare/ che la ricostruzione/di un paese distrutto/ passa sicuramente dalla storia/ di una guerra partigiana/. Ciò a illuminare pagine/della storia passata/. La ricostruzione di un intero popolo/, la cultuta di un’intera civiltà/ deve passare sopra lo sterminatore Putin/ che beffardamente tiene in ansia/ intere nazioni/ che si distinguono come nazioni/ occidentali aperte alla democrazia/ e alle collaborazioni tra i popoli/. È amaro e triste/ udire spasmi di chi soffre/, l’uomo Putin miserbaile/ cadrà sulla terra e/ verrà sepolto e ricordato alla storia/ come un sanguinario e vile/, con un cuore tarlato e traforato/ per le infamie commesse».

Se per qualche lettore questa iniziativa culturale non rientra nella “originalità” come iniziativa, non sarà certo per incomprensione, ma un modo di vedere e di intendere del tutto personale l’estro poetico dell’autore che, non a caso, forse, avendo letto due miei articoli-lettera in merito a questo dramma, li ha voluti inserire nel suo volume. La prima all’inizio quale “Lettera aperta a Vladimir Putin – Guera in Ucraina”, la seconda in chiusura quale “Lettera aperta a Sua Santità Papa Francesco”, ambedue pubblicate nei mesi scorsi dal quotidiano online IlMioGiornale.Org. Il ricavato della pubblicazione, fa sapere l’autore-poeta sarà devoluto per le necessità dei figli dei detenuti della Casa Circondariale di Novara.

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