Un po’ di cultura politico-economica… e sanitaria
di Ernesto Bodini
(giornalista scientifico)
È noto che nel nostro Paese la popolazione ogni giorno deve confrontarsi con una interminabile miriade di nozioni, spesso condizionate e rese poco comprensibili dal gergo burocratico (il non ancora scomparso “burocratese”). E questo in qualsiasi ambito della Pubblica Amministrazione (P.A.), come ad esempio quello della Sanità, settore che coinvolge tutti i cittadini di qualunque ceto sociale ed economico di appartenenza. Ma quanti, dovendo ricorrere al rispetto dei propri diritti (e doveri) o dovendo intraprendere iniziative politico-sanitarie, hanno una minima conoscenza dei principali aspetti che li possono determinare, a cominciare dagli stessi addetti ai lavori? Sia pur in sintesi, vorrei contribuire rammentando la definizione di alcuni di questi concetti essenziali, come ad esempio, il Piano di Rientro di una Regione. I Piani di Rientro sono parte integrante del singolo accordo fra lo Stato e la Regione, e si configurano come un vero e proprio programma di ristrutturazione che incide sui fattori di spesa non “ben controllati” (volutamente o meno) dalle Regioni. Dal punto di vista della spesa sanitaria, un Piano di Rientro siglato da una Regione in disavanzo, è finalizzato a ristabilire l’equilibrio economico-finanziario della Regione interessata. La Conferenza Stato-Regioni è la conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, che opera nell’ambito della comunità nazionale per favorire la cooperazione tra l’attività dello Stato e quella delle Regioni, costituendo la “sede privilegiata” della negoziazione politica tra le Amministrazioni centrali e il sistema delle autonomie regionali. Persegue, infine, l’obiettivo di realizzare la leale collaborazione tra Amministrazioni centrali e regionali. Il cosiddetto Patto di Stabilità è un accordo sottoscritto nel 1997 dai Paesi della Comunità Europea, inerente al controllo delle rispettive politiche di bilancio pubbliche, al fine di mantenere stabili i requisiti di adesione all’Unione Economica e Monetaria, ossia rafforzandone il percorso d’integrazione monetaria intrapreso nel 1992 con la sottoscrizione del Trattato di Mastricht. Il Patto per la Salute è l’accordo finanziario e programmatico tra il Governo e le Regioni, di valenza triennale, in merito alla spesa e alla programmazione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), finalizzato a migliorare la qualità dei Servizi a promuovere l’appropriatezza delle prestazioni e a garantire l’unitarietà del sistema. La Spending Review è la revisione della spesa pubblica, ossia quel processo diretto a migliorare l’efficienza e l’efficacia della macchina statale nella gestione della spesa pubblica, attraverso l’analisi e la valutazione delle strutture organizzative, delle procedure di decisione e di attuazione: i capitoli di spesa di uno o più Ministeri vengono esaminati per verificare sprechi o casi di inefficienza e quindi cosa eliminare. Nel corso dei questi ultimi anni abbiamo assistito ed assistiamo ad un continuo processo di riqualificazione dei quadri aziendali, in particolare nel settore della Sanità, i cui professionisti devono risultare sempre più efficaci in un ambiente nel quale la salute pubblica possa essere fornita attraverso un ruolo attivo e al passo coi tempi. Fra questi, i management che operano nella Sanità pubblica e privata, non rivestono minore importanza per l’acquisizione di un linguaggio delle comuni dimensioni imposte dalla Medicina e dall’Economia.
La sinergia tra queste due discipline, impone ai rispettivi operatori la conoscenza di vocaboli, concetti ed espressioni tecnico-pratiche che possono risolvere (o almeno far meglio comprendere) in modo immediato, un dubbio interpretativo e nel contempo favorire un interscambio culturale. Uno strumento a questo riguardo è stato realizzato dall’economista sanitario torinese Emanuele Davide Ruffino (nella foto), con la pubblicazione del Dizionario di Economia & Sanità (Blu Editoriale, 1998, pagg. 524) che, per rispettare determinati criteri e per evitare processi parziali o fuorvianti, l’autore evidenzia passaggi e indicazioni che vanno dall’analisi dell’uso dei termini alla rilevazione della problematica; dalla evidenziazione delle caratteristiche alla proposta di delineazione e alla verifica della validità teorica e pratica. «I termini contenuti in questo dizionario – sottolinea Ruffino – non hanno la pretesa di esaustività, ma vogliono essere una proposta da rielaborare e approfondire per poter disporre di un sufficiente bagaglio culturale e di un supporto pratico nell’affrontare problematiche quotidiane, non per soluzioni definitive ma semplici risposte a quesiti che l’ottica economica, in sanità, non può e non deve risolvere». Una vera e propria opportunità di “riqualificazione” per operatori con funzioni dai profili professionali operativi (nuovi o ridefiniti) nell’ambito del SSN, la cui valorizzazione è anche garanzia della qualità dei servizi rivolti all’utente. Nel 2008 l’autore, in collaborazione con Elisabetta Salza, ha dato alle stampe Dizionario della Sanità – Oltre 5.000 termini economici e organizzativi, a cura de’ Il Sole 24 Ore. «Ogni giorno – si legge in un passo della presentazione – congressi, tavole rotonde, incontri, giornate di formazione e di aggiornamento, sfornano nuovi termini, nuovi lemmi che rischiano di non essere compresi, e proprio dall’interesse che registrano tali situazioni che deriva la volontà di realizzare uno strumento che risponda alle più disparate esigenze del settore». Due opere certamente datate ma, come ogni dizionario “tecnico”, sempre valide e quindi intramontabili…, in grado di soddisfare bisogni e dubbi di carattere interpretativo.