Una sola busta a Bagheria, per l’avviso di gara: per questo il bando è stato ritirato?
In questi giorni il Comune di Bagheria è stato oggetto di polemiche. Il fulcro di tutto è stato un avviso pubblicato sul sito del comune con scadenza il giorno dopo. Il nostro giornale ed altre testate hanno pubblicato la notizia, denunciata da Sel Bagheria, da dove si evincevano alcuni sospetti riguardanti la scelta di pubblicazione dell’avviso solo un giorno prima della scadenza dei bandi in questione. L’amministrazione ha subito provveduto a prorogare di due giorni la scadenza degli avvisi di interesse, spiegando la motivazione dei tempi così stretti per la presentazione delle domande, anche se con toni duri nei confronti di chi aveva sollevato il problema. I rappresentanti di Sel Bagheria e con loro molti cittadini bagheresi, però, si sono chiesti per quale motivo le spiegazioni non siano state date preventivamente. Il giorno dopo, però, l’amministrazione decide di ritirare i bandi, per evitare ancora polemiche sulla vicenda, nella quale Sel aveva sub-odorato puzza di bruciato su quei tempi così ristretti, che sembravano minacciare la trasparenza amministrativa.
Secondo indiscrezioni trapelate nel palazzo comunale parrebbe che, la stessa mattina della pubblicazione dell’avviso, sia stata consegnata al protocollo dell’ente una sola busta per la selezione. Sarà solo un caso? Noi speriamo di si.
Luca Lecardane di Sel Bagheria, commenta così i risvolti di questa vicenda:
“La nostra domanda è: Se non ci fosse stato nulla di male perchè ritirare il bando? O ci si spaventava che con l’ampliamento dei termini di scadenza poteva succedere qualcosa di non piacevole? Di cosa si stupisce questa amministrazione dopo che ha considerato più volte i beni e le ville di Bagheria come qualcosa di personale? Esempi? Il matrimonio di Villa Cattolica, la finta disinfestazione di Palazzo Cutò e una mostra costata 140.000 euro con voci di spesa che, ampiamente, hanno posto dei dubbi, non solo in noi, ma anche nei giornali locali .
La prossima volta invitiamo l’amministrazione a spiegare immediatamente questi tempi strettissimi e probabilmente, praticando una trasparenza maggiore, non avrebbe sollevato queste polemiche.
Adesso l’amministrazione pensi a pubblicizzare maggiormente il Museo Guttuso, che, grazie al lavoro svolto dalla sua direttrice Dora Favatella e con la collaborazione del figlio di Renato Guttuso, Fabio Carapezza Guttuso, potrebbe essere molto più famoso anche nel resto d’Europa .”
Purtroppo c’è un dato certo in questa vicenda: il Museo Guttuso, nonostante i molti finanziamenti che lo gestiscono, non riesce ancora ad attecchire in termini di comunicazione culturale e di marketing turistico. Un vero peccato per la città di Bagheria e la sua cultura, che meriterebbe la dovuta attenzione.
Giusy Chiello