Un’altra possibilità per gli uomini-ombra
Riceviamo e pubblichiamo questo scambio epistolare tra Carmelo Musumeci e Francesco Zanotti, direttore del “Corriere Cesenate” (http://www.corrierecesenate.it/), pubblicato su tale testata il 29 agosto 2013 nella rubrica “Lettere al direttore”:
Carissimo direttore,
scusa se torno in argomento. Non è giusto il carcere a vita perché il male non potrà mai essere sconfitto con altro male e non serve a nessuno la sofferenza di un uomo destinato a morire dentro una cella che è già la sua tomba. L’ergastolo è peggiore della pena di morte, perché non ha la compassione di ucciderti subito, ma è una pena di morte al rallentatore, bevuta a gocce: muori un po’ tutti i giorni fino alla fine della tua vita, per questo noi la chiamiamo “Pena di morte viva”.
Gli uomini ombra, gli ergastolani ostativi a ogni beneficio penitenziario, non appartengono più a questo mondo, sono come fantasmi, non sono né morti, né vivi. Sono oltre 100 gli ergastolani che hanno superato i trent’anni di detenzione, altri 1.400 circa moriranno in carcere. Eppure, come spiega il professor Veronesi, anche la scienza dice che dopo vent’anni l’uomo del reato non è più lo stesso uomo: giudicare un uomo colpevole per il resto della sua vita è, a parte l’errore, un orrore.
Molti di noi sono diventati uomini nuovi, perché continuano a punirci? Che c’entriamo noi con quelli che eravamo prima? Siamo in molti che chiediamo di scontare la pena potendo ripagare il male fatto, perché ci murano vivi?
Oltre 28mila cittadini hanno già firmato contro l’ergastolo sul sito www.carmelomusumeci.com. Tra i primi firmatari ci sono molti nomi noti, tra cui don Luigi Ciotti, Giuliano Amato e Andrea Camilleri.
Grazie dell’ospitalità.
Carmelo Musumeci
(carcere di Padova)
Carissimo Carmelo,
ho questa lettera ferma da un po’ di tempo e per questo chiedo scusa. Ma non l’ho cestinata, come hai potuto vedere. Mi fa abbastanza specie parlare di carcere a vita in questo periodo, quando si parla di tutt’altro, purtroppo. La giustizia in questo strano nostro Paese va, non sempre per fortuna, a corrente alternata. Eppure a noi è dato da vivere questo periodo, nel bene e nel male, dentro e fuori dal carcere.
Ci siamo già scritti in altre occasioni e più volte ho pubblicato qualcosa suoi tuoi libri, pagine che non lasciano spazio a sofismi sul carcere e sulle pene detentive, in particolare sull’ergastolo.
Io sono certo che dopo tanti anni dietro le sbarre un uomo è ben diverso da come era entrato. Questo vale anche per noi che siamo fuori. Non siamo certo gli stessi di 20 o 30 anni fa. Una persona può e deve avere una seconda possibilità. Speriamo che qualcosa si muova.
Di certo, davanti a un altro e ben più importante tribunale, la pena è stata del tutto rimossa. La paga per gli operai della prima e dell’ultima ora è la medesima.
Un abbraccio.
Francesco Zanotti