L’angolo della poesia: “Verso Itaca” di Maria Pia Crisafulli
Ritroviamo oggi nel nostro Angolo Maria Pia Crisafulli. La poesia che ci propone questa volta fa parte di “Come un’Odissea”, raccolta ancora inedita che le (e ci) auguriamo di veder presto stampata.
C’è un Ulisse in ognuno di noi, ci ricorda questa giovane ma matura autrice. Siamo, infatti, tutti in viaggio, lungo percorsi accidentati, anche se non sempre vediamo chiari direzione e senso di questo errare. Con i suoi versi Maria Pia ci aiuta a fare luce dentro noi stessi perché solo così potremo individuare la nostra personale rotta.
Verso Itaca
Guardo il mare,
il suo confine immaginario
che segna un reale confine.
Lo guardo e scrivo ancora
ciò che ho già detto,
ciò che continuo a pensare.
Monotona la mia penna,
ripetitiva la mia visione…
Vorrei fuggire,
vorrei che quel lontano
fosse davvero vicino,
fosse tra le mie mani
invece che, ameno,
nel profondo dei miei occhi,
così da raggiungerlo a piedi svelti.
L’Ulisse bussa forte dal mio petto,
pretende che continui,
che amplifichi il suo viaggio:
è la coscienza folle di ogni uomo
schiavo di se stesso,
di quello che è il suo esule vissuto
in una vita che mai gli basta.
Vorrei partire,
riconquistare il tempo perso,
ridisegnare il mio avvenire:
vorrei affrontare a cuore aperto
la sua,
la mia Odissea.
Tornare a Itaca, lo so,
sarà difficile,
sarà come vivere e morire cento volte,
sarà soccombere di fronte alla paura,
al coraggio pusillanime
di chi è costretto a sopravvivere
che ti ricorda perché combatti,
perché, per chi desideri tornare,
fino a scoprire che il vero ritorno
sarà il tragitto con tutte le sue insidie
e non l’arrivo sperato;
fino a capire che il vero ritorno
sarai tu, rinato forte.
Guardo il mare,
il suo confine immaginario
che in verità bloccava solo la mia mente:
la mia impotenza da giullare.
Voglio partire,
voglio partire per ritornare
e oltrepassare il mio confine.
Il suo condivisibile desiderio, lascia spazio alla fantasia fanciullesca di ricordi ed emozioni. Desideri, da adulti, in parte realizzati ma mai realmente goduti, assaporati. Libertà libera di correre entro limiti assegnati. Pensieri liberi di rimanere solo pensati. Davvero molto bella e sentita. Complimenti Maria Pia.
Gigi – poco più di niente -.
“Se per Itaca volgi il tuo viaggio
fa voti che ti sia lunga la via,
e colma di vicende e conoscenze.
Non temere i Lestrigoni e i Ciclopi
o Posidone incollerito…”
C. Kavafis, Itaca
Bellissima lirica, la tua, cara Mariapia, grazie! Mi traspongo e mi immedesimo nella tua Odissea che poi è un po’ quella di tutti noi mortali.
Serena domenica e a presto.
Lucia