“Vita è”: la determinazione di un genitore in un racconto appassionato e coinvolgente
La passione per gli scacchi a sostegno del paziente affetto da autismo
Uno stimolo anche per le istituzioni sanitarie e socio-assistenziali
di Ernesto Bodini
(giornalista scientifico)
Non è mai facile intraprendere una iniziativa letteraria quando è “in gioco” la condizione psicologica e psicodinamica del proprio figlio (ancorché minore). Pur di approfondire e capire se un dramma iniziale può essere affrontato per essere risolto o ridimensionato, raccontarne la storia è un modo coraggioso e “doveroso” che mette in risalto non solo il problema personale, ma al tempo stesso contribuisce a far luce sull’importanza di far conoscere alla collettività l’autismo, una patologia generalmente dall’esordio infantile-adolescenziale ma che può essere seguita e trattata anche con “accorgimenti” di attenta osservazione comportamentale, coinvolgendo il soggetto nei più svariati modi. È il caso di Antonino Barcellona, padre di due minori, Matteo e Luca, affetti da autismo, che recentemente ha dato alle stampe (in collaborazione con il medico Giuseppe De Renzi) “Vita è”, una storia i cui protagonisti sono disabili che vivono in una Comunità veneta, dove la presenza di un ospite autistico, particolarmente dedito per passione e per capacità strategica al gioco degli scacchi, si impone con ostinata determinazione sino a meritarsi l’appellativo di “esperto”. Una inclinazione che ha il sapore di un riscatto verso quella società che è ancora inerme nei confronti delle persone… più fragili.
La vicenda, descritta con nuda esposizione di eventi ed impatti emotivi tra gli ospiti e il personale assistente, suscita stimoli e costruttive riflessioni sull’importanza del loro sostegno psicologico e del rapporto relazionale (talvolta personalizzato, tal’altra collettivo), oltre a sollecitare le predisposizioni umane e comportamentali di ciascuno, con particolare attenzione per l’intelligente e coinvolgente gioco degli scacchi. La saggezza e la sensibilità d’animo degli operatori socio-assistenziali emergono come presupposti per far comprendere che l’autismo, caratterizzato da una “limitata” capacità di comunicazione e interazione sociale ed emotiva, può essere affrontato al meglio (soprattutto se in forma precoce) ottenendo la più totale collaborazione di chi ne è affetto, con il vantaggio di un buon recupero e il rispetto della sua dignità.
La passione degli scacchi la fa dunque da padrone in questo racconto maturato nell’ambito di una struttura sanitaria territoriale padovana, tanto da allontanare lo spettro del giudizio affrettato e superficiale; poiché la Persona, in quanto tale, va considerata al pari della collettività, ancor più se dotata di quel talento che, con pazienza e grande dedizione degli operatori (e dei familiari) viene fatto emergere passo dopo passo, sino ad ottenere i migliori risultati terapeutici e il totale inserimento nel tessuto sociale. Il libro (che non è in libreria ma lo si può prenotare e acquistare solo per via on line inserendosi nel sito: http://www.youcanprint.it/youcanprint-libreria/narrativa/vita-barcellona-derenzi.html), è stato recentemente presentato nella sede del Comune di Nichelino (Torino), a cura degli autori, e alla presenza di associazioni di volontariato, insegnanti e familiari di soggetti affetti da autismo; tutti uniti nel sostenere il bisogno di essere più presenti sul territorio, coinvolgendo istituzioni e opinione pubblica perché l’autismo (come qualunque altra disabilità) è una realtà sociale di cui non ci si deve “vergognare”, con la consapevolezza che basta un pizzico di amor proprio per aiutare chi ne è affetto a raggiungere quel traguardo che possiamo definire: diritto di essere e di esistere. (L’autore Barcellona è contattabile alla e-mail: ab12c@libero.it).