L’angolo della poesia: “Vita spensierata” di Emanuele Marcuccio
Qualche giorno fa abbiamo segnalato sulle nostre pagine l’uscita di Dipthycha, raccolta di poesie curata da Emanuele Marcuccio.
Oggi abbiamo, quindi, scelto per voi una poesia scritta proprio da questo autore che più volte ci ha piacevolmente intrattenuto:
Vita spensierata
Vago lieto, vita errabonda,
il prato mi spiana la strada
e sonnolento mi aggiro
per spazi ampi e immensi,
la natura inneggia
a grande eternità.
Grande l’amor mi si para
in un mar d’eterno errar.
Ghiaccio non mi sfinisce
l’eterno vigor spensierato.
Murmure tremendo
non mi annienta,
l’ampia rimossa strada,
senza fren, m’ispira.
Ci guida nella comprensione di questi versi Luciano Domenighini: «La composizione è semplice e piana ma contiene riflessi cosmici e il linguaggio, nella seconda parte fortemente metaforico, vira verso un taglio visionario, quasi oracolare.»
A svelarci la genesi di questa poesia, scritta l’11 marzo 1995, è, invece, l’autore stesso: «Ho cercato di immaginare come potrebbe essere la vita di un ipotetico extraterrestre sul proprio pianeta.»